L’UNIVERSALISMO E I SUOI RISCHI

L'ideologia, assolutizzazione di un'idea e di una visione del mondo, è un pericolo che è sempre in agguato e che determina sanguinose guerre. Soprattutto quando caratterizza la religione e la democrazia

 "Dal momento che non si è riusciti a fortificare la giustizia, si è giustificata la forza".    Blaise Pascal

Come ormai sappiamo, i meccanismi di costruzione del consenso non sono poi così dissimili nei totalitarismi e nelle democrazie, al di là dell'ovvia differenza che nei primi esiste il ricorso all'uso sistematico dell'intimidazione e della violenza (sull'argomento si può leggere il bel saggio di Noam Chomsky scritto in appendice a "La conoscenza del linguaggio", datato 1985 e ancora attualissimo).
Nel caso delle democrazie, invece, si usano i potenti mezzi del rincoglionimento collettivo, ottenuto attraverso una complessa miscela di disinformazione globale e demagogia, reality show e vendita in saldo al discount dei sogni, propaganda e teorie della guerra giusta.

Oggi stiamo assistendo al ritorno in auge di un nemico che troppo frettolosamente avevamo dichiarato morto e sepolto una volta per tutte: l'ideologia, che di fatto non si è mai spenta, e continua ad infiammare gli animi, in modo trasversale, ancella al servizio della politica. Contro questo odioso nemico abbiamo però degli alleati, e cioè il dialogo, la comprensione delle cause, l'accettazione di una visione tragica dell'esistenza che sgombri il terreno a ogni pretesa universalistica, trovando piuttosto il suo centro nell'individuo.

Per questo credo che il pericolo maggiore per la convivenza civile e per la pace provenga da tutti quei gruppi ideologici che, a diverso titolo, pretendono di dare un fondamento universalistico alla propria posizione ideologica o religiosa. È il caso del fondamentalismo islamico (non dell'Islam in quanto tale), del neoconservatorismo americano (e non, astrattamente, degli Stati Uniti), dell'indirizzo dato alla Chiesa da Benedetto XVI (e non della Chiesa in sé).

Quella pretesa universalistica è sempre stata, storicamente, la necessaria premessa della conquista. Dallo sterminio delle civiltà precolombiane ad opera degli spagnoli fino al colonialismo inglese, la presunzione di superiorità culturale, condivisa dagli stessi intellettuali che non di rado hanno contribuito anche ad elaborarla teoricamente, ha costituito il fondamento e il pretesto ideologico dell'asservimento e dell'annichilimento di intere civiltà e culture.

Poi è stata la volta del Novecento, dei totalitarismi, delle ideologie di massa e dei genocidi. Il crollo del muro di Berlino e la fine del bipolarismo avevano indotto l'illusione che quell'epoca fosse chiusa una volta per tutte.
Ma non possiamo non vedere che in nome della democrazia si giustificano le medesime azioni che in passato sono state compiute nel nome di Dio o delle grandi ideologie. Questo vuol dire che la democrazia è stata divinizzata, o quanto meno è stata trasformata esattamente in ciò che si prefiggeva di non essere: un'ideologia.

In questo quadro la religione entra in gioco come un potente fattore di giustificazione, il cui uso è lo stesso che ha avuto in tutta la lunga storia dei pretesti di guerra, cioè risponde al compito di fondare la presunzione di superiorità culturale, per conferire legittimità alle proprie azioni.

La religione non avrebbe alcuna possibilità di influenzare la politica, se non esistesse tra i due ambiti la mediazione della sfera etica. Le religioni pretendono per loro natura di essere universali e dunque fondano un sistema altrettanto universale di valori, cioè un sistema che pretende di essere valido al di là della cultura che lo propugna, forgiando un prezioso strumento che può essere sfruttato dalla politica per perseguire progetti egemonici. I danni incalcolabili prodotti da questa commistione sono sotto gli occhi di tutti.

La negazione dell'esistenza di un tale fondamento universale dell'etica non comporta anche la rinuncia all'etica stessa, ma solo all'etica totalitaria, cioè alle ideologie che uccidono.

 

Pier Paolo Caserta      Aprile ondine  11/11/06