Pluralismo e laicità, la voce dei
protestanti
Si è
tenuta in questi giorni a Sassone vicino a Roma la XIV assemblea della
Federazione delle chiese evangeliche in Italia. Una buona occasione per parlare
di questa minoranza religiosa molto discreta ma molto significativa. La voce dei
protestanti italiani ci ricorda quanto siano importanti i richiami cristiani
nella società e insieme quanto sia pesante in Italia la presenza cattolica.
Pesante, schiacciante. Basti pensare a quali ore della notte sia ridotta la
piccola presenza sia protestante che ebrea nella tv, dove, invece, la presenza
cattolica, sotto mille forme, è, a dir poco, ingombrante.
In assemblea 110 delegati, in rappresentanza dei
circa 65 mila fedeli, soprattutto valdesi, metodisti, battisti, dell'Esercito
della salvezza, di varie chiese libere. Per la prima volta delegati anche
avventisti e pentecostali. L'assemblea ha «confermato l'impegno per la libertà
di coscienza e di religione, non solamente attraverso lo strumento giuridico
delle Intese, ma anche con l'adozione di una nuova legge che superi e abroghi la
legislazione fascista degli anni 29 e 30». Ma è dal 2000 che i Testimoni di
Geova attendono la firma dell'Intesa, che già era stata approvata dal governo D'Alema.
Probabilmente la pesante presenza musulmana in Italia rende tutto il discorso
religioso più complesso.
Difficile quella laicità della quale l'assemblea
ribadisce il valore soprattutto «nella scuola pubblica, con la necessità di un
insegnamento non confessionale della storia delle religioni». Un insegnamento
certamente più laico e più democratico dell'attuale insegnamento della religione
cattolica. Ma la questione delle religioni tocca ormai da vicino molti aspetti,
vecchi e nuovi, della vita politica e sociale. L'assemblea, infatti, «ha rivolto
un forte appello alle istituzioni perché si introduca una legge organica sul
diritto d'asilo e si modifichi la legge Bossi-Fini sulla immigrazione, per
favorire l'accoglienza e l'effettiva integrazione delle persone straniere».
Su questi e altri temi il confronto con le posizioni
cattoliche è sempre discreto ma evidente. Basti pensare al tema della donna
nella chiesa (Maria Bonafede è moderatrice della chiesa valdo-metodista), al
problema della omosessualità, di un cristianesimo in prospettiva «plurale».
Ancora una volta, dunque, la testimonianza protestante è all'insegna del
pluralismo e della laicità.
Filippo Gentiloni Il manifesto 5/11/06