La ragione è plurale

La polemica con l'islam suscitata dal discorso del papa in Baviera si sta smorzando, mentre le autorità musulmane sembrano accettare tutte o quasi il ricorso vaticano ai «fraintendimenti». Si sta facendo strada, intanto, un'altra riflessione: al confronto fra cristianesimo e islam si deve accostare quello fra fede e ragione. Anche qui il discorso di Benedetto XVI si presta a riflessioni interessanti (Pietro Scoppola e Aldo Schiamone su La Repubblica). Si tratta, d'altronde, di un confronto dalle radici storiche e culturali molto profonde e antiche, e tale da fare luce su tutta l'impostazione del pensiero di Benedetto XVI. Per lui, infatti, la razionalità della fede cristiana è essenziale: le deriva dalla discendenza dal pensiero greco. Le tendenze moderne alla «deellenizzazione» della teologia cristiana sono forti e pericolose. «Non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio». Questa reazione alla deellenizzazione dovrebbe oggi dominare sia il rapporto della fede con le scienze moderne, sia la difesa del ruolo della fede cristiana nel pensiero europeo. Il sostegno alla razionalità della fede dovrebbe anche impedire quella caduta nel dominio della soggettività che per il papa rappresenta il più grande rischio per la fede. Soggettivismo e relativismo: le «bestie nere» alle quali ha dichiarato guerra questo pontificato. Previsioni di vittoria o di sconfitta? E' difficile dirlo. Ma non si possono dimenticare alcune considerazioni importanti. Fra l'altro gli aspetti positivi della soggettività che sono insiti nel pensiero moderno e che non sono facilmente separabili da quel soggettivismo contro il quale combatte il papa. Né è facile per la chiesa servirsi dell'arma della ragione al singolare. Il plurale della «ragione» era necessario già al tempo dell'antica Grecia (Aristotele non è identico a Platone): oggi il singolare appare fuori del tempo e dello spazio. In nome di «quale» ragione il papa potrà dialogare con le altre religioni e con le altre chiese? Già la Riforma aveva rinunciato a servirsi dell'arma della ragione al singolare, seguita da buona parte del pensiero moderno anche cattolico, indipendente dalla Neoscolastica. Per ravvivare la fede cristiana non sarà né necessario né sufficiente combattere la deellenizzazione.

 

Filippo Gentiloni      il manifesto 24/09/06