QUESTA È LA GUERRA, SIGNORI
Primo
comandamento
di tutti gli eserciti:
tu non avrai altra ragione
all'infuori della ragione
(impazzita)
di colui che ti manda.
I soldati devono solo uccidere
ed essere uccisi.
(David Maria Turoldo)
Questa è la guerra, signori, che ora è il dolore della nostra Italia ma che è la
quotidiana tragedia di gran parte dell'uma-nità.
Ora siamo noi a piangere perché a morire sono stati i nostri figli ma questa è
la guerra, signori. I soldati fanno questo di mestiere: "uccidere ed essere
uccisi".
Il dramma è l'ipocrisia degli uomini di Stato che prima li mandano ad "uccidere
e ad essere uccisi" e poi ostentano un dolore attonito ed ufficiale che non ha
nessuna forza morale su di noi che conosciamo i meccanismi di questa come di
tutte le altre guerre.
Questa è la guerra, signori, che obbedisce solo alla "ragione (impazzita) di
colui che ti manda". Sono i "mandanti" i responsabili di questi morti come di
tutti gli altri morti senza onori. Delle migliaia di morti civili che nessuno
aveva mandato, senza patrie e senza politici e presentatori televisivi ad
ostentare dolori ufficiali.
Il "valore aggiunto" di essere italiani (o americani) non toglie alla morte la
sua tragicità e il suo carico di dolore. Le madri, i figli, le fidanzate… non
hanno patria, non hanno nazionalità.
Soffrono tutte allo stesso modo, indicibilmente allo stesso modo, anche le
madri, i figli, le fidanzate dei "nemici".
Questa è la guerra, signori, che sovverte i comandamenti della vita, che tutto
distrugge davanti a se, che non sopporta eccezioni "umanitarie". Perché tutti i
soldati sono uguali e tutti i soldati per le proprie patrie sono i migliori ma
tutti uccidono e sono uccisi. E tutti sono uomini ingannati dalle bandiere e
dalle ideologie e dal fanatismo o dalle necessità economiche che li convincono a
buttare la vita per qualche migliaia di dollari al mese.
Questa è la guerra, signori. Ma non raccontate ai nostri ragazzi che questo è un
bel morire, che questa è la patria, che questo è un ideale. Il petrolio, il
"posto al sole", i "sacri confini", la "guerra al terrorismo" non sono ideali.
Sono sempre e solo "pretesti" dei furbi governanti di questo mondo per
convincere tanti piccoli uomini a morire per loro.
Sì, è triste e drammatico dirlo, ma questi poveri ragazzi non sono morti per
nessuna patria che non siano le menzogne di qualche petroliere americano e le
ambizioni di qualche piccolo politico italiano.
Questa è la guerra, signori.
E se anche l'ipocrisia del te-atrino della politica italiana ha stabilito che
ora è il momento del dolore, è un dovere civile gridare l'assurdità di questo
dolore e del dolore degli altri, dei troppi, dimenticati… e rifiutarsi di
ingrossare le fila delle retoriche e vuote "liturgie" patriottiche che da sempre
preparano altre guerre ed altri morti.
Questa è la guerra, signori… e noi ci rifiutiamo di servire queste meschine
"patrie mercantili".
"Deus non vult!"
E poi sulla terra intera a innalzare
monumenti "Ai Caduti"!
così felici di essere caduti!
Ma provate a fissare quei corpi squarciati,
a fissare la loro smorfia ultima
sulle facce frantumate,
e quegli occhi che vi guardano.
Provate a udire nella notte
l'infinito e silenzioso urlo degli ossari:
"Uccideteci ancora e sia finita"!
(David Maria Turoldo)
Gianfranco
Formenton,
parroco di S. Angelo in Mercole e S. Martino in Frignano (Spoleto)
adista notizie n.33 2006