L'evoluzione della religione civile

Si sta verificando anche per il cristianesimo cattolico quello spostamento di prospettive che da
tempo sta caratterizzando la storia e le vicende delle religioni nel mondo. Uno spostamento che si
suole identificare con il termine di «religione civile», espressione che è nata negli Usa, per
esprimere gli sviluppi della religione in terra americana ma che oggi, con le dovute precisazioni, si
può applicare anche da noi.
Il nostro cattolicesimo sta diventando sempre più chiaramente «civil religion», al servizio della
società, per il cui bene si impegna. Con reciproco vantaggio e interesse.
La società ne guadagna: la
religione, infatti, le assicura benessere, stabilità, sicurezza. Combatte tutte le forme che mettono la
società in pericolo. Un beneficio certamente notevole. Ma, d'altro canto, anche la religione ne
guadagna: riceve legittimazione e aiuti, anche economici.
Esce dalla clandestinità, è ufficiale, con
tutti i relativi vantaggi. Uno scambio fecondo, come la storia di tutte le religioni dimostra e
conferma: anche la storia del cristianesimo, a datare dalla fine delle persecuzioni romane.

Alcune religioni hanno ufficializzato questo rapporto con la società civile, con i suoi vantaggi e anche i suoi
limiti: così, in maniera clamorosa, l'islam. Anche il cattolicesimo si sta islamizzando. Là dove è
maggioranza, tende ad avere i vantaggi della religione civile e offre i corrispondenti servizi alla
società e allo stato.
Così anche in Italia, soprattutto a partire dal Concordato fascista e poi, con alti e
bassi, fino ad oggi.
Il messaggio religioso, cattolico nel nostro caso, si sposta da una dottrina dogmatica all'etica.
Sempre meno i «misteri», anche se non vengono negati, sempre più i comandamenti etici che
giovano alla società, per lo meno alla sua maggioranza, anche se una minoranza li contesta, come
nel caso dell'etica sessuale in Italia.
A questo punto è necessario porsi alcune domande fondamentali. Quella religione civile che la
chiesa proclama d'accordo con lo stato è ancora il messaggio autentico del cristianesimo?
La
risposta affermativa non è tranquilla. Non è forse necessario ripensare a quella follia della croce che
per molti, invece, è essenziale?
Penso a Kierkegaard, a Quinzio e a buona parte del protestantesimo.
La croce di Gesù non è proprio la sconfitta della religione civile? Bisognerà riparlarne.


Filippo Gentiloni     il manifesto 29 agosto 2010