B. il seduttore
delude i cattolici
L’era Berlusconi incontra sempre meno il favore del mondo cattolico praticante.
Cresce la voglia di
voltare pagina.
Vittorio Feltri, che di politica se ne intende, non a caso si è messo ad
attaccare furibondamente
Famiglia Cristiana, perché il settimanale cattolico ha pronunciato la parola
tabù: ‘Intesa di unità
nazionale’.
Nella sua spietata denuncia del disfacimento causato da un metodo di governo,
che nulla governa
lasciando prosperare corruzione ed evasione fiscale, il settimanale dei Paolini
varca questa
settimana la frontiera della denuncia per delineare una proposta, che assomiglia
pericolosamente
(per il Cav e il suo house organ) all’obiettivo di un governo di
transizione lanciato per primo da
Casini, fatto propria dal Pd e da molti esponenti della società civile. E a cui
i futurini del Presidente
della Camera darebbero certamente l’appoggio.
Basta comparse da soap opera
UNA POLITICA che miri al bene comune - sottolinea infatti Famiglia Cristiana -
richiederebbe
oggi, prima che l’Italia vada in pezzi, un’intesa di unità nazionale e
solidale che restituisca ai
cittadini il diritto di eleggersi i propri rappresentanti. Non più
comparse da soap opera, ma persone
di provata competenza e rigore morale. Insomma, una svolta. Perché il
Paese, incalza il settimanale
cattolico, è paralizzato, sotto ricatto. Leggi e favori, come al mercato delle
vacche, sono oggetto di
baratto: federalismo in cambio di intercettazioni. Un’analisi
chiarissima, che mette il dito sul punto
dolente del patto scellerato tra Bossi e Berlusconi, in base al quale mentre
polizia, magistratura e
ministero dell’Interno combattono le organizzazioni criminali, il partito di
Maroni vota in
parlamento senza fiatare tutte le leggi ad personam che ostacolano la
lotta contro malaffare,
malapolitica, malavita. Non è un caso nemmeno che l’Avvenire pubblichi in
contemporanea una
lettera del filosofo cattolico Possenti, intitolata “Ma non si può tornare al
voto se gli elettori non
scelgono gli eletti”. Cioè, se non si cambia l’attuale legge elettorale. La
risposta del direttore di
Avvenire non è un buon segno per il fronte berlusconiano: “Gentile professore,
sottoscrivo le sue
considerazioni”. Poco importa che Feltri si scagli contro le eresie di Famiglia
Cristiana, accusando
il settimanale di alimentare risse sinistrorse e di comportarsi da fogliaccio di
partito. (Feltri, ahimè,
torna a citare il caso Boffo, che evidentemente ossessiona le menti del
centro-destra ansiose di
boffizzare qualunque dissenso). Ciò che conta è che a Palazzo Chigi
avvertono odore di bruciato. Il
fatto è che di settimana in settimana Famiglia Cristiana ha tracciato il quadro
senza veli del regime
da basso impero, che si è instaurato in Italia. Ancora recentemente ha
denunciato: “Il disastro etico è
sotto gli occhi di tutti”. Citando tre cifre per illustrare il punto cui si è
arrivati. In un anno l’evasione
fiscale sottrae all’erario 156 miliardi di euro, le mafie fatturano da120 a 140
miliardi e la corruzione
brucia altri 50 miliardi, se non di più.
Un’escalation di denunce
E QUESTA escalation di denunce si salda a quanto sta producendo il meglio
della cultura cattolica
in vista delle prossime Settimane sociali, chiamate a fare il punto sul ruolo
dei cattolici nella
rinascita di un Paese degradato. Nel documento preparatorio, anticipato fine
luglio alla Radio
vaticana dal segretario del Comitato scientifico Eduardo Patriarca, si afferma
senza incertezze che
l’Italia è allo sbando. Senza classe dirigente, senza persone che per il ruolo
politico, imprenditoriale,
di cultura, sappiano offrire alla nazione una visione, degli obiettivi condivisi
e condivisibili. Il
corollario che tutti sanno è che non è dal berlusconismo che può venire una
ripresa morale,
istituzionale e sociale dell’Italia. La parola ora passa alle gerarchie vaticane
e della Cei. A settembre
si riunirà il Consiglio permanente dell’episcopato. Indubbiamente di tanto in
tanto si ascoltano
appelli al bene comune e alla moralità dell’agire politico, provenienti dalle
alte sfere ecclesiastiche.
Il cardinale Tettamanzi pochi giorni fa condannato quei gruppi, che perseguono
il proprio interesse
non in relazione al “bene comune”, ma spesso addirittura “a scapito e danno del
bene altrui”.
Le accuse della Cei con Bagnasco
ALTRE denunce sono venute in vari momenti del presidente della Cei cardinale
Bagnasco o dal
segretario mons.Crociata. Ma è venuto il momento di una scelta di fondo, che
tenga conto del
malessere del mondo cattolico. Finora il Vaticano e la Cei, al di là di
singole critiche, ha sempre
coperto di fatto l’orientamento del sistema politico berlusconiano, che non
esprime una destra
classica (magari alla Thatcher o alla Sarkozy), ma ha eretto a metodo lo
scardinamento delle
strutture legali e istituzionali ogni volta che erano in ballo i propri privati
interessi. L’esatto opposto
del bene comune, richiesto dalla dottrina sociale cattolica. Settembre chiede
alla Chiesa
un’autentica scelta morale. Al di là del ribadito appoggio al presidente
Napolitano. In questo senso è
stata sconcertante anche per molti vescovi e monsignori vaticani la presenza del
cardinale Bertone
al pranzetto estivo (con la scusa del compleanno) di Vespa. Forse il
porporato non ha percepito la
trappola. Ma per la prima volta il ruolo del Segretario di Stato è stato
manipolato per fare da
contorno ad un appuntamento di piccola politica: il tentativo in extremis
di Berlusconi di riattaccare
al suo carro il partito cattolico di Casini.
Manovra (quel che è peggio per il prestigio della Santa Sede) inevitabilmente
fallita.
Marco Politi il Fatto Quotidiano
20 agosto 2010