Laicità. Carlo
Bernardini: così l’etica della Chiesa sta uccidendo il progresso
Certo, è anche un grido lacerante di ribellione, quello che Carlo Bernardini,
fisico, professore
emerito dell’università La Sapienza di Roma, collaboratore storico dell’Unità,
ha affidato al libro
Incubi diurni, appena pubblicato con Laterza (pagg. 145, euro 14,00)
perché gli sia concesso di
essere «scienziato e laico, nonostante tutto».
Certo, è anche l’invettiva veemente di un ricercatore che si sente fuori dal
coro, come recita la
quarta di copertina, che lancia i suoi strali – nitidi, forti – contro le forze
di cui si sente oppresso: il
Vaticano e la sua invadente dottrina che vogliono mettere le braghe alla sua
libertà di ricerca, ma
anche contro quel «trogloditismo politico», arraffone e incompetente, che cerca
di marginalizzarlo
perché interessato a soddisfare i propri interessi immediati (spesso volgarmente
materiali) a scapito
di quelli delle generazioni future.
Ma è, soprattutto, un manifesto alla Bertrand Russell. Un
programma laico per una società libera,
pacifica e fondata sulla ragione che riprende quello per cui si è battuto il
logico e filosofo inglese
autore, nel 1957, di Perché non sono cristiano. Il richiamo a Russell non è
casuale. Non solo perché
Carlo Bernardini lo cita spesso. Ma perché ne riprende per intero e aggiorna la
griglia di lettura dei
rapporti tra religioni monoteistiche e società. Le grandi religioni
monoteistiche, sosteneva Russell,
hanno tre caratteri comuni: una Chiesa, una fede e un codice di etica
individuale.
La fede è certo la fonte di contrasto intellettuale tra religione e scienza,
sostiene Russell.
E Bernardini analizza a fondo e senza sconto alcuno i motivi
di questo contrasto. Che non gli
impedisce, tuttavia, di chiudere la sua invettiva /manifesto riconoscendo i
valori comuni che
possono esistere tra un laico che non crede, quale egli è, e un laico che crede,
come suora Cécile
Renouard, che con un gruppo di confratelli ha di recente pubblicato con
Flammarion «Venti
proposte per riformare il capitalismo» e che si pone, con maggiore lucidità di
molti politici anche di
sinistra, il problema delle regole che servono per dare a chiunque l’accesso ai
beni essenziali.
Ma, sostiene ancora Russell, l’asprezza dello scontro tra religione e
scienza non è determinato dalla
fede – ognuno è libero di credere in ciò che vuole – bensì dall’organizzazione
ecclesiale e dai codici
etici. Lo scontro diventa duro e persino insopportabile – tanto da
indurre a un sano moto di
ribellione – quando l’organizzazione ecclesiale pretende di imporre all’intera
società la sua visione
del mondo e la sua morale, escludendo che fuori da quell’organizzazione sia
possibile l’esistenza
stessa di un’etica. L’etica degli scienziati. È questo il cuore
del libro di Carlo Bernardini. È questo il motivo principale per leggerlo.
È questo l’aspetto che più sorprende. Andate a pagina 32 e
scoprirete subito perché. La
Chiesa che pretende di imporre il proprio codice etico accredita l’idea che, in
virtù del loro sapere,
gli scienziati abbiano un’etica diversa da quella del resto dell’umanità.
Un’etica propria e abnorme.
Che per questo deve essere validata da un’etica più generale, quella religiosa.
Occorre sfuggire a
questa trappola, sostiene Carlo Bernardini. Non si deve contrapporre l’etica
della scienza all’etica
della religione. Non esiste un’etica degli scienziati fondata sul loro sapere.
Gli scienziati sono
uomini e hanno un’etica del tutto «indistinguibile da quella del resto
dell’umanità, nella sua
eterogenea composizione». Quello che non si può in alcun modo pretendere
è che gli scienziati,
come tutti gli uomini, «adottino necessariamente ciò che il clero intende per
etica, specie se questo
può entrare in contrasto con esigenze difendibili della ricerca e dello sviluppo
delle conoscenze».
Perché è questo che sta succedendo in Italia, anche per colpa di una classe
dirigente che, sostiene
Bernardini richiamando De Gasperi, è costituita da politici che guardano
all’oggi e non da statisti
che guardano alle generazioni future. Perché il futuro che immagina
Bernardini, proprio come il
futuro che immaginava Bertrand Russell, è nelle mani dei laici (non importa se
credenti o no). Solo
se riusciremo a costruire una democrazia razionale che fonde libertà, tolleranza
e competenza
avremo un futuro desiderabile. Altrimenti il futuro si trasformerà, a appunto,
in un incubo.
Pietro Greco l'Unità” 17
luglio 2010