L'eversione quotidiana
I fatti di questo periodo obbligano a concludere che l´attuale fase
politica e istituzionale deve essere pure definita come quella dell´"eversione
quotidiana". Questo nuovo dato di realtà può essere colto se si riflette
su una domanda che molti hanno fatto negli ultimi tempi: vi è una differenza tra
il tempo di Mani pulite e la nuova ondata corruttiva che è davanti ai nostri
occhi?
Questa differenza esiste, ed è profonda. Non siamo soltanto di fronte al
prepotente ritorno di una corruzione alla quale l´azione giudiziaria aveva
cercato di porre un argine e che aveva sostanzialmente le sue radici in un
bisogno della politica di "approvvigionarsi" di risorse finanziarie, con ovvie
contiguità con il mondo degli affari e arricchimenti privati che accompagnavano
il flusso di denaro verso i partiti. Oggi le cose sono diverse, e il caso
Brancher, ultimo tra i tanti, lo illustra nel modo più eloquente.
Si è nominato un ministro soltanto per provvederlo di uno "scudo istituzionale", che potesse sottrarlo all´accertamento delle sue eventuali responsabilità penali. Ecco il cambiamento. Mentre i comportamenti del passato rimanevano comunque nell´area dell´illegalità, ora si costruisce una "legalità speciale" che serve a far rientrare in un´area lecita quel che dovrebbe invece rimanerne fuori. Si distorce così il significato del ricorso alla legge, non più garanzia ma scappatoia. E all´ombra di questa legge distorta si pratica l´eversione quotidiana, uno stillicidio di comportamenti che stravolgono il funzionamento delle istituzioni e dell´intera vita pubblica. Certo, si è evitata almeno la conseguenza più scandalosa dell´affare Brancher, il ricorso al legittimo impedimento per sottrarsi al processo, grazie alle proteste dell´opinione pubblica e di una parte del mondo politico, accompagnate in modo decisivo dai potenti anticorpi istituzionali prodotti dall´azione del Presidente della Repubblica. Ma proprio l´intera ricostruzione dei fatti rivela altri aspetti inquietanti, che mettono radicalmente in dubbio la possibilità che Brancher rimanga al suo posto di ministro. Inoltre, questo caso non è isolato, né rappresenta una eccezione, visto che trova la sua origine in una delle più clamorose leggi fatte per la persona di Silvio Berlusconi, appunto quella sul legittimo impedimento.
Ma il fondamento della nuova eversione non è qui soltanto, come testimonia tutto quello che è emerso intorno alla protezione civile, alle grandi opere, alla gestione di vere o presunte emergenze, alla privatizzazione del pubblico perseguita attraverso la creazione di società per azioni. Le vicende scandalose non sono l´effetto esclusivo di "deviazioni" personali. Sono rese possibili proprio dall´esistenza massiccia di una legalità speciale, di leggi congegnate per far crescere l´opacità dei comportamenti pubblici, oltre che di ordinanze sottratte a ogni controllo, che hanno sconvolto il sistema delle fonti del diritto, che hanno creato sacche di oscurità e di arbitrio, denunciate istituzionalmente nelle ultime settimane in particolare dalla Corte dei conti e dall´Autorità di vigilanza sui lavori pubblici.
Dalla lotta alla corruzione si è passati alla manipolazione istituzionale, che
ha come fine proprio quello di legittimare formalmente comportamenti che ogni
giorno cancellano ogni confine tra pubblico e privato, che fanno apparire
superflua la moralità pubblica, che consentono tranquille e stupefacenti
ammissioni di uso privato del potere da parte di personalità pubbliche.
È questa l´eversione quotidiana, che corrompe istituzioni e costume, e così
fa venir meno quella fiducia dei cittadini che è un carburante indispensabile
per il buon funzionamento della macchina democratica. Mentre ai tempi di
Mani pulite si tentava almeno di bonificare il terreno sul quale era fiorita la
corruzione, oggi invece il terreno istituzionale viene pazientemente concimato
perché comportamenti nella sostanza illeciti possano essere praticati
legittimamente e alla luce del sole. Proprio la trasparenza impudica, che sfida
con la sua esibizione legalità e rispetto dei cittadini, attribuisce a queste
vicende un carattere eversivo.
È così nato un nuovo "mostruoso connubio" tra politica, amministrazione e
affari che fa impallidire quello denunciato nel 1880 da Silvio Spaventa,
del quale vale la pena di citare alcune parole. «La protezione giuridica e la
protezione civile, chiamando così tutti gli altri beni che i cittadini hanno
diritto di chiedere allo Stato, oltre alla tutela del diritto, dev´essere
intera, eguale, imparziale, accessibile a tutti, anche sotto un governo di
parte. L´amministrazione dev´essere secondo la legge e non secondo l´arbitrio e
l´interesse di partito; e la legge deve essere applicata a tutti con giustizia
ed equanimità verso tutti». La maggior gravità della situazione di oggi,
rispetto ai tempi di Spaventa e di Mani pulite, sta nel fatto che
l´eversione quotidiana fa sì che neppure la legge possa essere invocata, non
avendo la funzione di perseguire giustizia e eguaglianza, ma quella, opposta, di
offrire impunità e privilegio.
È evidente che con l´eversione quotidiana la democrazia non può convivere. E
troppi guasti italiani derivano sempre di più dal fatto che questa convivenza è
durata troppo a lungo.
Stefano Rodotà Repubblica 28.6.10