Laicità, giusto
riconoscimento di nuove religioni
In un paese come il nostro, a prepotente maggioranza cattolica, parlare di
laicità vuol dire dare
spazio alle religioni non cattoliche: uno spazio difficile da conquistare.
Qualche caso recente può
essere significativo. Un libro: «Leggere il Corano a Roma» di Adnane Mokrani
(Edizioni Icone).
Dalla prefazione di Paolo Branca, professore di islamistica all'Università
cattolica di Milano:
«Pagine che nascono non soltanto da una riflessione seria e pacata, ma da una
vita vissuta con
mente sgombra, cuore aperto e mani impazienti di rendersi utili. Un libro che
merita un posto
speciale per quello che dice, per come lo dice e soprattutto per l'esperienza da
cui è scaturito». Vale
la pena di ricordare qualche cifra: secondo il recente dossier della Caritas fra
gli stranieri residenti
in Italia con regolare permesso di soggiorno i musulmani sarebbero un 1milione e
200mila, mentre i
protestanti sarebbero poco più di 100mila, gli induisti circa 100mila, i
buddisti circa 70mila. In
Italia sarebbero professate circa 600 fedi diverse da quella cattolica.
A questo proposito si può ricordare che il settimanale
«Riforma», delle Chiese evangeliche, battiste,
metodiste, valdesi ricorda che proprio 13 maggio scorso il Consiglio dei
Ministri ha approvato le
bozze di intesa fra lo stato italiano e sei confessioni religiose: ortodossi,
mormoni, apostolici,
buddisti, induisti e Testimoni di Geova. Tutti erano da anni in attesa di un
formale riconoscimento ai
sensi del terzo comma dell'art. 8 della Costituzione. Il pastore Aquilante,
presidente della
Federazione delle chiese evangeliche in Italia, ha commentato: «Come evangelici
seguiamo da
vicino le vicende delle Intese da parte dei due rami del parlamento, convinti
dell'importanza che
riveste il principio costituzionale della libertà religiosa da una parte, e
quello della laicità dello stato
dall'altra. Un bel segnale anche per il fatto che con questi provvedimenti si
uscirebbe dalle
confessioni religiose giudaico-cristiane per consentire finalmente anche a
religioni orientali,
attivamente presenti nel paese, di avere un adeguato riconoscimento».
In questo contesto si può ricordare che il 29 e 30 maggio a Milano i buddisti
celebrano il Vesak, la
festa più importante onorata in tutto il mondo, «un momento di preghiera, studio
e approfondimento
del buddismo e delle sue relazioni con la società italiana e anche una festa per
Buddha».
Filippo Gentiloni il manifesto 23 maggio 2010