Dio è morto
Quanto vale un campo Rom?
Nel frattempo, sgomberato il Casilino 900. Ci sono passato davanti ieri sera col
mio amico Lorenzo. Pioveva, era buio, non c’era più nessuno. Ci sono ripassato
stamani, sempre con Lorenzo. Piove ed è deserto. Meglio, peggio, boh. Si fa
campagna elettorale spostando i rom? Si vendono bene i bagni chimici
attrezzandoci i campi rom? Nelle aree soggette a vincoli archeologici e
ambientali è più semplice edificare palazzine al posto del campo rom? Sotto le
elezioni si sgombra un campo rom? Sarà un problema veder crescere, al suo
lercio, posto un centro commerciale? Non sarà pur sempre un bel bonificare? Che
ne sarà di questo appetitosissimo fazzoletto di rifiuti residuali all’angolo
tra la Casilina e la Togliatti? «Lì dentro bruciavano i copertoni, si
ubriacavano, parlavano forte, avevano i denti d’oro e non la pensavano neanche
tutti allo stesso modo». Urlano i megafoni tra le nuvole di Roma, un coro greco
nella città imperiale.
Ma sussurro a Lorenzo... i bambini che seguivano lezioni nelle scuole dove
sono? I progetti di relazione con la nostra società, avviati da anni nel
quartiere, che fine fanno?
Lorenzo Romito degli Stalker, i camminatori, i giovani architetti che hanno
seguito la vicenda rom per anni e realizzato “la casa di tutti” la “Savorengo”,
bruciata da sconosciuti, dice che li hanno portati a a Salone, a Candoni, al
Camping river, sulla Tiberina a 20 km, molto lontani dal centro e da
qualunque relazione preesistente. Fare le cose facili è più facile che fare
quelle difficili e conviene di più fare una cosa facile e che riesce, in
campagna elettorale, che una difficile che fallisce. Infatti, ecco lo sgombero
del Casilino 900. Dice Lorenzo che si potevano costruire case con materiali
nuovi e riciclati, con la manodopera degli stessi rom, che si stava avviando da
tempo un percorso in questo senso, ma mai si è stati sostenuti, né dalla
vecchia, né dalla nuova giunta comunale.
Chiedete ad un politico quanti voti guadagna se chiude un campo rom. I rom
bisognerebbe inventarli, sono un assegno circolare di consensi. Bisognerebbe
inventarli per cacciarli via e goderne i vantaggi. Razzismo? Se ne può parlare.
Tutti hanno diritto ad una casa. Gli italiani e i rom. Tutti i bambini
hanno diritto all’acqua pulita e a un letto caldo. Tutti hanno diritto alla
scuola e alla libertà. Ma i rom, nei nuovi campi, si muovono tra
telecamere e controlli, sotto tutela.
Una domenica facemmo un Piccolo Evento. Portammo il quartiere là dentro, gli
artisti a suonare con gli zingari del campo e i bambini di Centocelle a mangiare
le torte preparate dalle donne dalle gonne a fiori, nelle baracche. Faceva
freddo e c’era il sole. Era inverno come ora, per un giorno sorrisero tutti,
anche Geo si divertì molto.
Andrea Satta l’Unità 21.2.10