Perché?
L'annuncio delle future beatificazioni o canonizzazioni da parte delle più alte
autorità della Chiesa
ha uno scopo, ricordato sabato da Benedetto XVI: è “un incoraggiamento forte,
per i cristiani, a
seguire Cristo con intensità ed entusiasmo”, attraverso quei modelli di
“perfezione evangelica” e di
“rifiuto della mediocrità”. Trattandosi di Pio XII, di cui il papa
riconosceva il giorno stesso
l'“eroicità delle virtù”, molti cristiani proveranno piuttosto dello
scoraggiamento. Non vedendo
immediatamente quanto la vita e l'opera di quel papa corrispondano a tale
ideale, si chiederanno:
perché?
La principale obiezione che viene in mente a molti, e spesso la sola, riguarda
l'atteggiamento di
Eugenio Pacelli di fronte alla crescita del nazismo e poi alla tragedia della
Shoah. Nunzio in
Germania, poi segretario di Stato di Pio XI prima di diventare il papa della
Seconda Guerra
mondiale, la sua angoscia pastorale e le sue prudenze diplomatiche lo
privarono dell'azione
profetica di cui, a distanza di tempo, si vorrebbe poterlo accreditare
sul piano politico. Ciò che
poteva restare un handicap storico diventa, con la prospettiva di una
beatificazione, una questione
teologica: perché?
Anche se si lasciasse da parte la polemica su quel periodo controverso, la
persona e il ministero di
quel papa, che sembra oggi di un'altra epoca, non appaiono facilmente come
esemplari. Il suo
governo solitario e la sua separazione dal mondo possono certo essere compensati
dalla sua
gentilezza verso i piccoli e la sua preoccupazione di dire una parola a tutte le
categorie sociali. Da
qui ad ergerlo ad esempio, chiediamo di comprendere: perché?
Benedetto XVI si è fortemente implicato in questo dossier. Dopo aver chiesto che
fosse riesaminato,
non ha ritenuto necessario aspettare che i documenti fossero accessibili a
tutti, e chiede ai fedeli di
fidarsi del “discernimento della Chiesa”. Lui stesso notava, sabato, “la
manifestazione del sensus
fidelium” che il riconoscimento di tale santità esprime. Conoscendo le
reticenze emerse nel popolo
di Dio nel caso di Pio XII, ci si aspetta dal vescovo di Roma che spieghi la sua
scelta, dicendo
perché.
Michel Kubler in “La Croix”, quotidiano cattolico
francese, 21 dicembre 2009