Le «mosse predatorie» del Vaticano

Il Vaticano continua nel tentativo di recuperare chiese e gruppi che potrebbero allargare la serie dei
seguaci di Roma: ma, a tutt'oggi, pochi i successi e, invece, molte le incertezze, gli imbarazzi, i
rifiuti. Ieri è stata la volta dei lefevriani: pochi rientrati, molte le critiche, da ambedue le parti.
L'ultimo caso, di questi giorni, è stato quello degli anglicani. Roma ha ripreso sotto la sua
giurisdizione, anche se con alcune riserve, gli anglicani che si stavano distaccando dai vertici della
loro chiesa.
E' interessante notare i motivi di questo distacco: concessione del sacerdozio - e anche
dell'episcopato - alle donne e anche ai gay, benedizione di unione matrimoniale fra omosessuali.
Roma si potrebbe dire che ne ha «approfittato».
Una vicenda, a dir poco, discutibile. E anche piuttosto lontana da un vero e sincero ecumenismo: un
«mercatino pseudoecumenico» lo hanno definito alcuni protestanti;
e anche «una mossa
predatoria». Sia perché riguarda soltanto «frange» delle chiese «sorelle», sia perché unisce i
cristiani sulla base di questioni oggi controverse, sia perché favorisce le divisioni all'interno delle
chiese sorelle.
Su questo nodo cruciale, il Vaticano cerca di applicare ancora una volta alcune di quelle sottili
distinzioni già sperimentate con alcune chiese ortodosse orientali: la concessione di una larga
autonomia, un «rito» particolare, che renderebbe più morbida la dipendenza da Roma.
Una autonomia che va d'accordo, sia nel caso di alcune chiese orientali che in quello nuovo degli
anglicani, con la accettazione di sacerdoti sposati. Una questione che si sta facendo sempre più
scottante in tutto il cattolicesimo. Alcuni commentatori hanno scritto, forse scherzando, che i
sacerdoti cattolici che si volessero sposare potrebbero aderire a uno di questi riti che, a tutt'oggi,
rimangono «periferici» anche se ufficialmente accettati nel grande ambito del cattolicesimo. Nel
quale, comunque, è giusto osservare che qualche cosa si muove.

Filippo Gentiloni      il manifesto 15 novembre 2009