La libertà di noi tutti
La libertà di stampa è la libertà di noi tutti. Lo sa molto
bene chi come noi collabora a questo giornale per dignità verso le proprie idee
e per responsabilità verso il paese e i cittadini tutti. Il potere che orienta
l’Italia da quindici anni, ovvero dalla “discesa in campo”, e che ha
condizionato la vita nazionale anche quando era all’opposizione grazie allo
strapotere mediatico di un solo uomo, ci ha riempiti di insulti, di calunnie, ha
scagliato contro di noi le accuse più strampalate ed infamanti, perché?
Perché non rinunciamo né mai rinunceremo al diritto di pensare. Questa
semplice verità che è il fondamento di ogni libertà e di ogni democrazia è
intollerabile per una forza politica che si sostiene sugli interessi di un solo
uomo ostile ad ogni dissenso. Il cavaliere e i suoi coristi irridereranno la
manifestazione con l’affermazione che l’esistenza in vita di giornali
indipendenti e di qualche rara voce critica in televisione sono la prova
evidente della libertà di stampa. La libertà di stampa non è
l’esistenza in vita di organi che criticano l’operato del governo, ma è la
possibilità di esercitare la critica nel pieno rispetto del diritto di farlo
senza censure, senza intimidazioni, senza minacce e senza leggi costruite
apposta per condizionare pesantemente i giornalisti con la spada di Damocle di
durissime conseguenze penali. Purtroppo in Italia la progressiva
corrosione della libertà di stampa e della democrazia è iniziata da molto
tempo con il varo della infame legge Mammì che ha dato l’abbrivio al più
abnorme conflitto di interessi del mondo occidentale. Da quel momento in avanti
la deriva è stata inarrestabile. Avere permesso questo obbrobrio
giuridico e morale in futuro verrà imputato a quasi tutta la nostra generazione
per i reati di superficialità, omissione, pavidità, ingiustificabile miopia e
stupidità.
Moni Ovadia l’Unità 3.10.09