È meglio che la Lega non ricordi Peppino
C'era da immaginarselo, mancava solo la scintilla e la bomba del contrasto tra
la nostra realtà e la Lega sarebbe scoppiata. Il sindaco di Ponteranica con la
sua decisione di cancellare dalla biblioteca del paese il nome di Peppino
Impastato ha avvicinato il cerino alla miccia. Da tempo non riuscivamo a
tollerare l'atteggiamento di questo partito di esaltati che ha finito per
condizionare le sorti della nostra democrazia. Sembra quasi paradossale
che un paese come il nostro, destinato anche dalla sua posizione geografica
all'accoglienza e agli scambi interculturali, alla fusione delle etnie e a
essere la porta d'Europa verso l'Oriente e l'Africa sia finito nelle redini di
questi nuovi barbari senza radici e senza cultura.
È logico che tali soggetti non conoscano affatto l'importanza della
memoria storica e delle battaglie civili condotte in terra italiana e
considerino Peppino e la sua lotta come un rifiuto ingombrante da eliminare che
ricorda troppo un vecchio passato politico fatto di ideali, di sogni, di
sconfitte e piccole rivoluzioni.
Un passato che, in realtà, non ha mai smesso di esistere, ma che rivive nella
determinazione di quanti continuano ad impegnarsi perché credono
nell'alternativa possibile alla degenerazione sociale e politica e vengono
continuamente calpestati da questi politicanti populisti, ignoranti, incapaci di
democrazia. Sembra quasi che il mondo politico oggi raccolga quanto di
peggiore ci sia nella società e soprattutto la Lega funziona perfettamente da
pattumiera, riciclando anche qualche fascista che già puzza di marcio.
Immaginate un Borghezio o un Calderoli qualsiasi ricoprire un qualsiasi altro
ruolo o occupazione lavorativa, che sò all'ufficio postale o alla bancarella del
mercato, come cameriere al ristorante o come addetto alla reception di un
albergo; come autista di un autobus o ancora come infermiere che accolga al
pronto soccorso: riuscirebbero a dimostrare quella minima comprensione, quella
minima pazienza o tolleranza che sono necessari per relazionarsi con le persone
e superare anche le piccole difficoltà? Immagino di no.
Ecco, Peppino era l'esatto contrario, aveva sì grinta da vendere e forza
d'animo, ma sapeva investirla in operazioni costruttive, la nutriva con i suoi
sogni, che trasmetteva anche agli altri al contrario di chi sparge invece incubi
e angoscia. Peppino ascoltava, recepiva, accoglieva a braccia aperte, come fece
con l'unico ragazzo mulatto che girava a Cinisi negli anni '60, figlio di una
relazione di una cittadina del paese con un soldato afro-americano che da
giovane disadattato ed emarginato divenne uno dei suoi migliori compagni di
lotte e divertimenti al mare. Possibile che il popolo italiano sia caduto
così in basso da accordare il proprio appoggio a chi sta compiendo ancora oggi
nel 2009 terribili atti razzisti e criminali, costringendo migliaia di nostri
simili ad una sicura morte nelle acque del Mediterraneo o all'abbandono nei
campi di segregazione libici e nelle prigioni dove la tortura è il pane
quotidiano? Possibile che siamo così pronti a portarci sulla coscienza il peso
di così tante vite spezzate o distrutte?
Sono contento che un partito come la Lega sia contrario alla memoria di mio
fratello, perché in effetti nulla ha a che fare con loro e con la loro voglia di
sopraffazione e di violenza, con la vergognosa segregazione consumata ai danni
non solo dei migranti, ma anche dei cittadini del meridione, degli omosessuali e
di quanti non rientrino nei loro standard: alto, biondo, camicia verde e spirito
folle e sadico. Cos'è questo, il nuovo hitlerismo, oltre che il nuovo
fascismo? Davvero è cambiato solo il colore delle insegne? Non ci rendiamo
nemmeno conto che questi che si dicono conservatori e tutori delle tradizioni e
delle culture locali, in realtà, stanno cancellando tutto lo spirito
tradizionale che animava le nostre comunità, tutte le nostre sonorità, il nostro
bagaglio di culture e di gioie, sostituendolo con stronzate sulla falsa origine
celtica dei padani, simboli e bandiere senza radici storiche e leggende che
sembrano inventate da un sceneggiatore di film di serie c o di scarse fiction
televisive. Voglio ancora sperare che tutto questo possa sparire, che gli
italiani abbiano ancora un briciolo di orgoglio per ribellarsi, per liberare il
paese da quelle storture che sono la mafia al sud e la lega al nord, rifacendoci
all'ignoranza di quanti sostengono che la criminalità organizzata sia un
problema esclusivamente meridionale.
Per questo invito tutti il 26 settembre a Ponteranica, non solo per difendere la
memoria di Peppino, ma anche la dignità di questo paese.
Giovanni Impastato Il manifesto 13/09/2009