Un’indagine inesistente
Strillano i caudatari la loro soddisfazione per l´archiviazione dell´inchiesta
sull´abuso dei "voli di Stato", affollati di stornellatori e ballerine di
flamenco in viaggio verso Villa Certosa. Non si comprende la ragione di tanto
"azzurro" entusiasmo.
La decisione della procura di Roma non nasce nella scena giuridica.
Corrisponde a una cabala socio-politica - come spesso accade quando l´ufficio
giudiziario della Capitale incrocia comportamenti e abitudini "eccellenti".
In realtà, non c´è stata alcuna coscienziosa indagine, ma soltanto un controllo
burocratico di cinque foglietti di carta con la lista dei passeggeri dei voli
Roma-Olbia del 24, 25 e 31 maggio, 1 giugno e 17 agosto 2008. Addirittura in
cinque - il capo, l´aggiunto, tre sostituti - hanno accertato che su quei voli
c´era anche il presidente del consiglio. Quindi, partita chiusa, fine di ogni
interesse. E´ vero, lo stornellatore e la ballerina (immortalati negli scatti
del fotoreporter Antonello Zappadu) sono «manifesti passeggeri» a scrocco, ma
non c´è stato «alcun danno patrimoniale» né sono «emersi casi di soggetti
estranei che hanno viaggiato in assenza del presidente». «Insussistente» dunque
l´abuso d´ufficio. «Insussistente» anche il peculato. Va detto che nessuno a
Roma ha accertato chi ci fosse a bordo in altri voli e se fosse sempre presente
il presidente del consiglio o un ministro. Un´indagine più credibile si sarebbe
forse chiesta (c´è chi in procura lo ha inutilmente proposto): bene, accertiamo
l´effettiva presenza sul volo del capo del governo; allarghiamo lo spettro delle
verifiche non soltanto a quei cinque voli, ma per cominciare ai tre mesi estivi;
ascoltiamo gli equipaggi. Insomma, se indagine sull´uso e l´abuso dei "voli di
Stato" deve essere, che lo sia e che sia attendibile e rigorosa.
Troppo, evidentemente, per un ufficio giudiziario che, fin dalle prime
mosse di questo affare, ha mostrato una premura "quietista" pari soltanto
all´assoluta indisponibilità ad avventurarsi addirittura in un´inchiesta "vera".
Non è la sola ombra affiorata nell´attività della procura. Lo si ricorderà. Con
precipitosa solerzia, Roma - pur palesemente incompetente - sequestra le
immagini "rubate" dal fotoreporter tra i patii di Villa Certosa. Il legale del
premier avrebbe dovuto infatti presentare la sua richiesta alla magistratura di
Tempio Pausania ma l´avvocato Ghedini, quell´ufficio, lo ha in odio perché non
gli dà sempre ragione come pretende. Boccia una sua richiesta quando, qualche
anno fa, Zappadu immortala cinque ragazze sedute sulle ginocchia del premier (la
magistratura sarda chiede l´archiviazione per il reporter impiccione).
Niente Tempo Pausania, allora. Ghedini presenta la sua richiesta urgente di
sequestro alla procura di Roma che la concede salvo poi dichiararsi incompetente
e spedire il fascicolo a Tempio Pausania. La manovra ha il suo esito positivo
per Berlusconi. Quelle foto non potranno essere pubblicate, anche se il capo del
governo le definisce innocenti.
L´atto di sottomissione della procura di Roma lascia affiorare «molto malumore»
tra i pubblici ministeri. La diffusa irritazione impedisce di replicare la
manovra abusiva quando Zappadu ammette che gli scatti non sono centinaia, ma
cinquemila. Con scrupolo, finalmente, Roma rifiuta una seconda istanza di
sequestro di Ghedini e spedisce l´incarto a Tempio Pausania. L´insoddisfazione
domina tra i pubblici ministeri di Roma anche in queste ore. Piace poco la
solerzia (ancora) con cui l´ufficio di Giovanni Ferrara ha chiuso la seconda
inchiesta (questa volta competente) senza avanzare al tribunale dei ministri
neppure una richiesta istruttoria.
E´ vero, conclude la procura, il regolamento dei "voli di Stato" in vigore nella
primavera del 2008 era molto restrittivo e non c´è dubbio che quegli ospiti non
avevano il rango per viaggiare a spese del contribuente, ma c´era anche il capo
del governo e non c´è stato « né un danno per lo Stato né un apprezzabile
ingiusto profitto per Berlusconi». E´ scontato che il tribunale dei ministri
accetterà, come già ampiamente previsto, l´archiviazione. La conclusione
dell´affare penale lascia aperta una questione che giuridica non è. La si può
dire etica o, se è troppo, socio-politica: è corretto che la "corte" di
Berlusconi - musici e ballerine e giovani ospiti - viaggino a ufo per rallegrare
a Punta Lada i week-end del signore di Arcore?
Giuseppe D’Avanzo Repubblica 17.6.09