La «civil religion» di Vito Mancuso per il bene comune

Nella graduatoria dei saggi venduti nelle librerie in questi giorni il primo è «Disputa su Dio e
dintorni» di Corrado Augias e Vito Mancuso (Mondadori). Un successo sul quale bisogna riflettere:
il discorso religioso è di grande attualità, soprattutto se è svolto al di fuori dei binari ufficiali, al di
fuori dei «palazzi». Lo confermano le pagine di Mancuso che è diventato uno dei più ascoltati
maestri del cattolicesimo contemporaneo .
Nella «disputa» con Augias la prima parte riguarda i «dintorni»: il peso politico della Chiesa, la
laicità, il caso Englaro, ecc. Qui un certo accordo fra l'ateo Augias e il credente Mancuso è
relativamente facile. Non così nella seconda parte, dedicata direttamente a «Dio e altri misteri». Qui
l'opposizione è netta, nonostante le dimostrazioni di cortesia. Augias: «Non credo che siamo stati
creati per volontà di un qualsiasi dio. Non credo che ci sia un'altra vita dopo la morte...».
E Mancuso: «Credo che oltre alla polvere noi consistiamo di un'altra dimensione, l'anima spirituale.
Per questo sostengo che la verità definitiva della nostra personalità è l'Essere eterno e personale,
quel Dio interpretato dalle diverse religioni in vario modo, e dal cristianesimo come amore».
Centrale, dunque, per il cristiano Mancuso, l'amore; scarso, invece, l'interesse per i vari dogmi, tutti
interpretati come manifestazioni, più o meno convincenti, di una certa spiritualità.
Un cristianesimo,
dunque, ben lontano da quello ufficiale del catechismo e che richiama più o meno direttamente,
come è stato già notato da autorevoli commentatori, alcune tendenze antiche, come quelle del
cristianesimo gnostico dei primi secoli.
Anche allora molti cristiani sottolinearono la ragionevolezza
di un cristianesimo più che dogmatico, utile alla convivenza e al benessere sociale.

Con Mancuso, dunque, ci si avvicina a quella «civil religion», come si ama dire negli Stati uniti,
che dimostra la sua forza nella sua utilità per il bene comune.
Ma si tratta ancora del cristianesimo
fondato da Gesù?
E di quello predicato da Roma? Interrogativi importanti sui quali bisognerà
riflettere a lungo e a fondo.

Filippo Gentiloni     il manifesto 26 aprile 2009