L'impossibilità di dirsi eredi dei partigiani
25
aprile. I ghost writer della maggioranza hanno fatto grandi sforzi per
presentarsi come pacifici alfieri dell'unità nazionale. Ma con la Resistenza,
pace non l'hanno fatta
È una coperta corta
quella che i discorsi di Berlusconi hanno steso ieri sulle membra dèll'attuale
maggioranza. In tanti l'hanno tirata, ma qualcosa restava sempre scoperto. I
ghost writer del premier, a dire il vero, uno sforzo l'hanno fatto. Ma per
quante mani di cerone si applicassero aI busto, il profilo· restava sempre
quello dal mento· alto che parla agli "italiani". Anche perché, oltre le parole,
restano i fatti. Il lembo tirato in nome dell'antitotalitarismo, ad esempio,
lasciava in evidenza l'allergia alla parola "antifascismo". Allergia egualmente
suscitata dal dover riconoscere ai comunisti di essere tra i "padri della
patria". Operazione storiograficamente necessaria, ma possibile solo dopo aver
accuratamente spianato ogni differenza con "tutti gli altri". E comunque non
priva dell'abituale stoccata ai partigiani "stalinisti".
Il presenzialismo dei membri del Pdl in abito istituzionale non è riuscito a
nascondere che il sindaco di Roma, quello con la celtica al collo, la cui
elezione fu accolta da festanti saluti romani al Campidoglio, non ha potuto
partecipare alla manifestazione partigiana di Porta San Paolo per timore
(certezza) di essere contestato. Le calibrate frasi sulla distinzione tra
partigiani e repubblichini, poi, lasciavano scoperto il progetto di legge 1360,
quello che di fatto li rende ugualmente degni dell'"Ordine del Tricolore". C'ha
provato anche il buon La Russa a tirare verso di sé la coperta dal lembo della
"libertà e del pluralismo". Lasciando scoperto il fatto che nel Paese c'è un
signore che può decidere in salotto i direttori di cinque telegiornali
nazionali. E che controlla l'intero mercato pubblicitario che fa la vita e la
morte dei media italiani. E non potendo neanche celare l'accusa di Napolitano di
pochi giorni fa, sul rischio democratico insito nella incessante retorica della
governabilità. È cosa nota, infatti, che se non fosse per il potere
d'interdizione della Lega nord, il Pdl non avrebbe avuto alcun problema a
sostenere il referendum truffa sul sistema elettorale, che il pluralismo
italiano lo ammazza. L'appello ai principi della nostra bella
Costituzione, quella del lavoro, dei diritti e della democrazia, lasciava
scoperti i valori veri dell'attuale maggioranza: Dio, patria e famiglia.
Ed è proprio la dimensione "culturale" di questa maggioranza egemone che
emergeva da ogni angolo. Se non fossero bastati i duetti Ratzinger-Berlusconi a
raccontare la sintonia tra questo papato e questo governo, c'è sempre la recente
vicenda di Eluana Englaro a ricordare che il principio costituzionale della
laicità dello Stato è stato spàzzato via definitivamente. E come
scordare le performance dei Quagliariello o delle Roccella? Sulla
centralità di Dio e del cattolicesimo, per l'attuale classe dirigente c'è ormai
poco da dubitare. Ma la coperta della resistenza è stata tirata anche sul
concetto di Patria. Per fortuna sono ancora vivi i partigiani per raccontare la
verità.
Ovvero che
il movimento, in nessun modo sentiva l'asfissiante retorica della Patria cara al
Ventennio fascista. L'operazione revisionista includeva anche l'asserire
una continuità tra Resistenza e Risorgimento. Mentre la Resistenza e la
lotta di liberazione costituirono una discontinuità nella storia d'Italia. Da
esse nacque l'Italia repubblicana, democratica, con il voto alle donne, come
ricordava Lidia Menapace, la partigiana Bruna, ieri su Terra. E dopo il Dio e la
Patria, come scordare la famiglia? Quella tradizionale, patriarcale, fondata sul
matrimonio cattolico. Tutti, infatti, sappiamo che i progetti di legge sui Pacs
e il riconoscimento delle coppie di fatto sono spariti dall'agenda poltica.
L'operazione "25 aprile" comprendeva anche l'utilizzo dello stage privilegiato
del momento: l'Abruzzo martoriato. E lì, infatti, che Berlusconi ha trovato il
terreno congeniale al consolidamento del suo consenso, quello del "fare", del
"costruire", Nel quale la sua esperienza di costruttore porterà sicuri successi.
"Berlusconia" nascerà presto, e comunque è già riuscita a far dimenticare quella
mostruosità legislativa, quel monumento all'abusivismo, che era il Piano casa.
La coperta del terremoto copre un altro grande dramma nazionale: la crisi
economica. Una crisi di proporzioni storiche, verso la quale il governo è stato
di un'inefficienza assoluta. Tutto ciò per dire, insomma, che non sono certo le
nostalgie ducesche a rendere incompatibili questa maggioranza con le idee e le
pratiche della Resistenza o con i valori della Costituzione, ma la cultura di
cui essa è intrisa.
E a sinistra? La Liberazione, la Resistenza, sono ancora miti fondativi
validi? Il migliore settimanale d'Italia, left;, ha fatto un giro nelle scuole e
tra la gente per scoprire che tra i giovani sono miti sbiaditi, quasi
sconosciuti. E se non li conoscono i ragazzi vuol dire che la storia,
lentamente, li cancellerà. Ai ragazzi forse bisognerebbe ricordare
ancora le parole di Lidia Menapace, quando racconta che in quei giorni nessun
contadino denunciò i partigiani mentre si nascondevano dai fascisti. E che gli
operai al Nord, sabotarono l'operazione tedesca di trasportare gli impianti in
Germania, salvando il nostro patrimonio industriale. Raccontare che tanti
italiani non furono fascisti. E che la Resistenza fu un movimento dal basso,
di popolo. Dare un senso alla parola "resistenza" oggi, forse richiede di
spostare il fronte da quello politico-militare a quello culturale. Ma per
resistere è indispensabile l'individuazione e il superamento delle debolezze,
innanzitutto culturali, del fronte progressista. Il drammatico vuoto di
credibilità a sinistra oggi è direttamente proporzionale al suo vuoto di
identità. La storia ha spesso determinato le condizioni in cui bisognava
resistere. Questo è uno di quelli. Il momento di resistere a quella
operazione culturale che nell'insapore brodo della "modernizzazione" rende tutti
i gatti grigi. Alcuni gatti, invece, sono neri.
Luca Bonaccorsi Terra 26.4.09