Al di là dei
confini di Roma
Testamento biologico, preservativi, aborto, recupero dei lefebvriani
negazionisti: sono alcuni dei
principali argomenti che in questi giorni sono stati contestati al Vaticano. Al
di qua e soprattutto al
di là delle Alpi: una contestazione piuttosto decisa e dura, ben diversa dalle
normali manifestazioni
di ossequio alle quali il Vaticano è abituato. Come mai? Molti se lo sono
chiesto. Varie le risposte,
dalla sottolineatura di una certa impreparazione degli organismi vaticani, alla
forza imprevista dei
media.
Ma un'altra osservazione è necessaria. Quale la base delle prese di posizione
cattoliche? Quali i loro
principi? E' necessario chiederselo se si vuole o comprendere o contestare.
La rigidità cattolica deve possedere una base logica, più o meno facilmente
individuabile. Non
sembra che tale base possa essere evangelica: gli argomenti contestati sono ben
lontani dalle pagine
evangeliche che non hanno alcun rapporto con la rigidità vaticana di questi
giorni. Ma, allora, quale
ne può essere il fondamento logico?
La risposta classica ricorreva ad una presunta legge etica naturale. La si
considerava valida per tutti
e sempre: la chiesa romana ne sarebbe stata promulgatrice e legislatrice. Si
supponeva un mondo
unitario, del quale Roma fosse espressione e centro. Così fino ieri. Oggi non
più. Le grandi scoperte
geografiche degli ultimi secoli hanno dimostrato quanto quello schema fosse
insostenibile, quanto
la diversità dei popoli, degli usi e costumi, delle religioni lo rendesse non
soltanto inattuale, ma
inutile e addirittura falso.
E allora? A quale codice possono ricorrere oggi i palazzi vaticani per
legiferare a tutto il mondo?
Come se tutto il mondo dovesse obbedire a Roma?
E' giusto e logico chiederselo, tanto più che ormai il disaccordo è arrivato
anche all'interno del
mondo cristiano. Sulla nascita e la morte, ad esempio, non tutti i
cristiani sono d'accordo, tanto
meno larghi settori del mondo laico. Roma ha tutto il diritto di dire la
sua opinione, ma non può
pretendere di essere ascoltata e obbedita al di là dei propri confini.
Né possono pretendere di
ascoltarla, come succede in Italia, settori di laici «genuflessi». Gli
equivoci e le ambiguità sono
all'ordine del giorno, specialmente nel nostro paese, come ha dimostrato in
questi giorni la vicenda
del testamento biologico.
Filippo Gentiloni il manifesto 29 marzo 2009