Una chiesa sempre più rigida tra la vita e la morte


Non pochi osservatori sottolineano un certo irrigidimento da parte delle autorità cattoliche. Sembra che i «palazzi» vaticani proprio in questo periodo si dimostrino più preoccupati se non addirittura spaventati. I temi dei timori sono i soliti, quelli che riguardano la nascita e la morte. Dal caso Englaro all'«offensiva neodogmatica» (così titola «Repubblica») in Spagna e nel Lussemburgo. E un po' dappertutto. Si ha l'impressione che il pontificato di Benedetto XVI, dopo un certo tempo di incertezza, prenda decisamente la via di un irrigidimento reazionario. E' naturale chiedersi quali siano i motivi di questa svolta e quali ne possano essere le conseguenze. L'epoca di papa Giovanni e del Concilio sembra decisamente lontana. I motivi? Forse le grandi vicende che stanno accadendo nel mondo (Obama compreso). Il mondo intero è sempre più lontano da quello di ieri, con il quale il Vaticano aveva acquistato una certa familiarità che ora gli sfugge. Si noti, a questo proposito, il nuovo - rinnovato - interesse dei cattolici per il dialogo con l'islam. Niente è più come prima. Le autorità cattoliche temono quella emarginazione che fino a ieri erano riuscite a evitare. Tendono a riaffermare la loro presenza, anche se sanno che sarà piuttosto inascoltata. Temono soprattutto la scomparsa dalla grande aula del dibattito mondiale, dominata dai media. Lo si può rilevare, fra l'altro, dallo scritto con il quale il papa ha voluto accompagnare il recente libro di Pera: l'uno e l'altro alla ricerca di un'affermazione di presenza vistosa nel panorama dell'etica mondiale. Affermazione o riaffermazione? E soprattutto, quanto efficace? E con quali risultati? Non molti, sembra. Altre sono, ormai, le voci ascoltate sul piano mondiale. Anche dal punto di vista cristiano oggi le varie voci di matrice protestante appaiono più ascoltate, anche se disparate, della voce unitaria cattolica. Mentre è inevitabile che la rigidità delle autorità cattoliche crei una certa reazione nello stesso ambito cattolico. Un certo dissenso, dati i media moderni, è inevitabile, anche se non assumerà le forme di un'opposizione decisa e organizzata. Nei confronti del caso Englaro, ad esempio, è nata una «fronda di preti di frontiera» che «difendono la scelta della ragazza». Lo spazio delle voci critiche è ormai destinato a crescere, nonostante il Vaticano. Nel mondo dei mass media un certo pluralismo è inevitabile anche nel mondo cattolico. Inevitabile e benvenuto.

 

Filippo Gentiloni    Il manifesto 21/12/2008