Così la destra
corteggia i cattolici
L’argomento veniva sbandierato con scarso pudore da Berlusconi già alla vigilia
delle elezioni del
2006.
Aveva profetizzato (erroneamente): «Tutti i sondaggi danno me come vincitore». E
aveva aggiunto:
«La sinistra vuole mettere il bavaglio ai vescovi e alla Chiesa cattolica»,
mentre per la Cdl il
Vaticano «deve avere piena libertà di espressione perché il cardinal Ruini è un
italiano come gli
altri». «Non penso – concludeva – che un credente possa dare il suo voto a chi
manifesta certe
intenzioni contro la religione cattolica e la Chiesa come quelle di eliminare
l’ora di religione,
togliere il crocefisso dalle aule, abolire l’8 per mille e cancellare il
Concordato ». Da allora il
corteggiamento è anche aumentato. Oltre ai cattolici che hanno interesse
personale di stare a destra
(e non sono pochi) si cerca di convincere il mondo cattolico che la destra è la
scelta più coerente da
un punto di vista etico e culturale. Si agitano i temi della bioetica, della
scuola privata, i Dico o il
testamento biologico, il pericolo dell’invasione islamica… tutto per dire che la
destra (Dio, patria e
famiglia) è il baluardo che difende e aiuta la Chiesa. Personaggi come
Berlusconi, Tremonti, Pera e
magari anche Ferrara o Storace esibiscono grande sintonia e persino familiarità
con papa e vescovi.
Si tratta di un inganno o forse di una confusione mentale, che funziona bene con
i “cattolici
sociologici”, per tradizione o per paura di idee nuove e altre religioni. Ma è
una deriva che
preoccupa ben al di là dell’aspetto immediatamente politico. La destra
sollecita l’istinto difensivo
del mondo cattolico e il suo spirito di crociata. Ma indebolisce e cancella la
sua ansia di verità,
gratuità e di dialogo, il suo spirito missionario e il suo impegno per la
giustizia. Sembra che la
gerarchia non si renda conto del rischio. E colpisce che la componente più
ragionevole della sinistra
non comprenda quanta importanza abbia per il suo futuro la presenza del fermento
religioso
cristiano. In esso sono ben fondate le ragioni dell’eguaglianza e della
democrazia, la promozione
della persona e del bene comune, la tolleranza, la generosità, la passione per
la giustizia e per il
futuro dell’umanità in un mondo armonioso e vivibile. Sembra talora che si
voglia dimostrare
attenzione al mondo cattolico attraverso qualche favore o spazio, scegliendo
interlocutori più
“moderati” o più opportunisti. Ma il punto non è qui: non di compromesso
si tratta ma semmai di
mediazione culturale, valorizzazione dei punti comuni e sforzo di ricerca
intorno ai temi di
divergenza, con lo scopo di capirsi meglio e costruire qualcosa di più alto e
nobile. Ci torneremo
venerdì prossimo.
Angelo Bertani Europa 28
novembre 2008