L'ideologia della meritocrazia
Da una parte c'è la meritocrazia, dall'altra
l'egualitarismo: voi da che parte state? Questa è la subdola domandina che la
Gelmini sta ponendo da giorni all'opposizione. Come se egualitarismo e
meritocrazia fossero facce di una stessa medaglia. «Noi vogliamo cancellare
dalla scuola e dall'università l'ideologia dell'egualitarismo», ha detto,
«vogliamo cancellare l'ideologia del 18 o del 6 politico a tutti». E ha
aggiunto: «Lo vogliamo fare perché abbiamo fiducia nelle persone e vogliamo
premiare il merito». Figurarsi. Di fronte al crescere dell'Onda, appare chiaro
che le parole «meritocrazia» - declinata ora nella volontà di cancellare una
presunta «ideologia dell'egualitarismo» - resta la preferita da Gelmini per
tendere una trappola all'opposizione, se è vero che, parlandone, fa «un appello
all'opposizione e a una parlamentare che stimo», Mariapia Garavaglia, sua
omologa del governo-ombra, a cui chiede «un contributo per migliorare la
scuola». A parte che Garavaglia non rappresenta l'Onda, Gelmini non parla
comunque a caso di «ideologia dell'egualitarismo». Così facendo, intende tirare
in ballo i movimenti del '68 e del '77. Per correttezza, occorrerebbe che
ricordasse anche come tutto o quasi quello che di nuovo si è avuto nella scuola
pubblica italiana e nell'università negli ultimi 30 anni avvenne proprio in
quegli anni. Per esempio, si deve a quegli anni il superamento di un'idea
classista e privatistica dell'istruzione e della formazione, troppo simile a
quella che propone oggi il governo riportando le lancette della storia della
scuola italiana indietro di almeno 40 anni.
Un'ulteriore considerazione: se questa presunta «ideologia dell'egualitarismo»
può apparire oggi sorpassata alle superiori e all'università, in cui si propone
un modello di formazione per lo più aziendalistica proiettata al raggiungimento
del lavoro, la meritocrazia appare invece assai più discutibile nella
scuola dell'obbligo e, in particolare, nella scuola primaria. Gelmini non
dovrebbe infatti dimenticare l'articolo 3 della Costituzione. Per cui o
considera la Carta sorpassata, comunista e troppo egalitaria. O l'uso
strumentale di termini come «meritocrazia» ed «egualitarismo» risultano ridicoli
e del tutto fuori luogo. Quando parliamo di scuola, infatti, stiamo parlando di
un periodo di formazione, di un processo di crescita di un individuo. Se
può avere un senso premiare il merito all'interno di un'azienda o al termine di
un processo di apprendimento, ne ha un senso completamente diverso, per non dire
opposto, premiare il merito prima o durante un processo formativo. È come
sostenere che compito della Repubblica italiana - e in particolare, della
Scuola, che ne è una delle istituzioni deputate - non è più cercare di rimuovere
gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano la libertà e
l'eguaglianza dei cittadini. Sostenendo deliberatamente che la scuola non debba
più promuovere il pieno sviluppo della persona e la partecipazione effettiva di
tutti alla vita politica, economica e sociale del Paese. Altro che «ideologia
dell'egualitarismo»! Gelmini propone una inaccettabile «meritocrazia
preventiva».
Giuseppe Caliceti Il manifesto 18/11/08