L'OLD DEAL VATICANO
Se «i criteri economicisti e politici
cancellano l'etica, è in pericolo l'intera umanità» il grido d'allarme sale
dalla stanze vaticane per bocca dell'Opus Dei, cardinal Julian Herranz, rimbalza
nelle parole del segretario di stato della santa sede, Tarcisio Bertone, fino al
porporato Javier Lozano Barragan, presidente del pontificio consiglio per la
salute.
È scoppiato un altro conflitto? L'America di Barack Obama ha lanciato
un'offensiva globale? Ma il fervore degli uomini di Benedetto XVI, che ieri è
salito di tono, ha per obiettivo il tempo della pace, si scaglia contro due
episodi lontani geograficamente e uniti nello spazio senza confini della dignità
umana. Il primo viene d'oltre oceano, dove il presidente eletto degli Stati
Uniti si appresta a chiudere l'era sanguinaria di George W. Bush con una serie
di modifiche urgenti agli «ordini esecutivi» della Casa bianca, restrittivi dei
diritti civili, tra cui figurano Guantanamo, l'Iraq, l'interruzione di
gravidanza, le cellule staminali. Di torture e di massacri neanche una parola,
l'orrore della Chiesa romana si concentra sulla «vita fin dal suo concepimento»
e contro la ricerca scientifica che dovrebbe salvare esseri umani reali, «No
alle cellule staminali embrionali, non servono a nulla» ha dichiarato Barragan.
Il secondo episodio, emotivamente rilevante, è il caso di Eluana Englaro, la
«bella addormentata» che vorrebbe uscire dal suo sonno crudele e che è a un
passo dalla libertà. Ieri il procuratore generale della Cassazione, Domenico
Iannelli, ha definito «inammissibile» il ricorso della procura di Milano contro
il decreto della Corte d'appello che ha detto sì alla fine del suo stato
vegetativo irreversibile. Lasciatela andare in paradiso, direbbe un buon
pastore, mentre quello tedesco avverte, sempre attraverso Barragan, «è una
mostruosità disumana e un assassinio». L'alta corte è avvisata a poche ore dalla
sentenza.
Quale idea della vita ha questo pontificato? Dalla cupola di San Pietro
escono segnali di ostilità contro la nuova era americana che dovrebbe porre fine
alla «guerra di civiltà», fiancheggiata da Ratzinger in nome del no al
relativismo. Solo il cattolicesimo salverà l'uomo, né una religione, una
politica o una filosofia diverse. Marxisti e liberal scomunicati. Il Vaticano
osa dichiarare: «Dopo la sensibilità di Bush... gli Usa adesso fanno paura». E
ancora: «Ci sono paletti anche per l'uomo più potente del mondo».
Questo nuovo protagonismo del papa dà la misura della sua perdita di posizioni
in campo occidentale, finito l'asse con l'amico americano, finita la crociata
contro il resto del mondo. E se oltre la metà dell'elettorato cattolico Usa ha
votato per il «new deal» obamiano, la solitudine vaticana si espande. Il cinismo
della politica interna ed estera della Chiesa non si ferma di fronte ai fantasmi
bambini, alle vittime delle guerre, alla distruzione del pianeta che hanno
scandito gli otto anni passati, lo sguardo del papa è concentrato sulla sua
perdita di egemonia morale. Certo, non sarà rinsaldata dalla negazione del
progresso scientifico né dall'accusa di omicidio rivolta a un padre che lotta
per amore di sua figlia. È sua la cultura della morte.
Mariuccia Ciotta Il manifesto 12/11/08