La «base»
cattolica: brutto clima, serve coraggio
Solidarietà dal mondo cattolico a «Famiglia Cristiana», dopo gli attacchi subiti
da esponenti del
governo in seguito agli editoriali delle ultime settimane, molto critici con i
provvedimenti presi
dall'esecutivo Berlusconi in tema di sicurezza e immigrazione.
I Comboniani non esitano a schierarsi dalla parte del settimanale dei Paolini:
«Evidentemente
ribellarsi alle campagne anti migranti e alle ossessioni securitarie, che stanno
sancendo la normalità
dell'abnorme in questo Paese, comporta essere messi al bando. E 'manganellati'
da chi ha una certa
confidenza storica con quello strumento. Un governo che promette tante
libertà, ma che soprattutto
tante se ne prende, fa fatica ad accettare che l'informazione, specie se
cattolica, non sia prona ai suoi
desideri». Ma il problema è ancora più radicale: «Come rivista
missionaria, “Nigrizia” (il mensile
dei Comboniani, n.d.r.) non può che dirsi sconcertata per gli attacchi che
“Famiglia Cristiana” ha
subito. E preoccupata per la società dell'esclusione che si sta costruendo nel
nostro Paese.
Discriminazione ed esclusione che hanno trovato terreno fertile, purtroppo,
anche in varie comunità
cristiane».
Ma i cattolici italiani, quelli che vanno in Chiesa la domenica per intenderci,
da che parte stanno?
Padre Giuseppe Cavallini, coordinatore del gruppo editoriale dei Comboniani a
cui appartiene
anche «Nigrizia», prova a interpretare: «Soprattutto in regioni come il Veneto
bianco, dove ha sede
la nostra casa generalizia, ma anche altrove, la Lega Nord ha assorbito gran
parte di coloro che
prima votavano Dc. Si dicono cattolici, ma a molti di loro sta solo a cuore che
sia garantito il
benessere materiale a cui sono abituati. Ma questo significa essere cattolici?».
Toni Dall'Olio - membro del Consiglio nazionale di Pax Christi e responsabile
dell'area
internazionale di Libera, l'associazione fondata da don Luigi Ciotti -
sottolinea invece un altro dato:
«I temi sollevati da “Famiglia Cristiana” evidenziano che esiste un pluralismo
nel mondo cattolico,
ben lontano da quel monolite che in genere viene rappresentato dai media, i
quali spesso si limitano
a riportare i punti di vista della Cei e del Vaticano. Il caso di “Famiglia
Cristiana” mostra invece
come ci sia un ampio dibattito interno. Per quanto vedo io, quelli espressi dal
settimanale dei
Paolini non sono punti di vista isolati, ma sono invece ampiamente condivisi
dalla base cattolica. Se
per cattolici intendiamo i battezzati, cioè la stragrande maggioranza degli
Italiani, questi stanno
probabilmente con Berlusconi e con Maroni: ce lo dicono i risultati elettorali.
Ma se ci riferiamo ai
cattolici “impegnati”, cioè a quelli che frequentano le parrocchie, fanno
volontariato, si mobilitano
per la pace, costoro si sentono senz'altro rappresentati dalle posizioni di
“Famiglia Cristiana”».
Don Enzo Mazzi, storico animatore della comunità dell'Isolotto a Firenze, dice
che quella di
“Famiglia Cristiana” è stata «un'uscita coraggiosa, esplicita e soprattutto
aderente alla realtà. Perché
purtroppo oggi nel mondo cattolico c'è una certa afasia sui temi sociali e della
solidarietà, la stessa
afasia che c'è anche in politica da parte di un'opposizione che non riesce a
essere incisiva. Le
affermazioni di “Famiglia Cristiana” mi fanno piacere, perché è un settimanale
da sempre attento ai
suoi lettori, e dunque se ha preso posizioni così nette sarà anche perché ha
registrato nei cattolici
una certa insofferenza per la politica berlusconiana e per ciò che le gravita
attorno». Condivide
anche l'analisi della società italiana espressa dai Paolini, quando parlano del
rischio di un nuovo
fascismo? «Non so se c'è il rischio di un nuovo fascismo, ma di certo c'è
una situazione molto
simile, a livello sociale e soprattutto culturale, a quella che avevamo in
Italia prima dell'avvento del
fascismo di Mussolini. E temo che le gerarchie cattoliche, con certe loro
chiusure in campo etico e
familiare, abbiano contribuito all'avvento di questo brutto clima. Le
affermazioni di “Famiglia
Cristiana” chiamano perciò la Chiesa italiana a un serio esame di coscienza».
Roberto Carnero l'Unità
17 agosto 2008