CHIESA CATTOLICA SEMPRE PIÙ VERSO DESTRA
Le recenti vicende del rapporto chiesa-stato hanno
confermato una impressione che già da qualche tempo si era fatta strada, che,
cioè, il cattolicesimo italiano sia ormai da annoverarsi fra le forze politiche
di destra. Destra o, se si preferisce, centrodestra. Con Berlusconi, comunque.
Senza più quelle incertezze e quei tentativi di mediazione che fino a poco tempo
fa avevano caratterizzato i vertici cattolici.
Con chiarezza si può parlare dei vertici; difficile dire quanto i vertici siano
poi seguiti dalla base cattolica, anche perché tale base non è facile da
definire e delimitare. I battezzati? I frequentatori della messa domenicale? Gli
studenti che non rifiutano l'insegnamento cattolico?
Non si può parlare del cattolicesimo della massa degli italiani, ma comunque si
può affermare che i vertici ecclesiastici - Vaticano, vescovi, organi di
stampa... - hanno abbandonato quella posizione di centro che li aveva
caratterizzati per decenni. Una posizione che si manteneva rigidamente centrale,
e lontana dalle dispute politiche quotidiane, anche - soprattutto - perché aveva
delegato il suo ruolo e la sua presenza politica alla Democrazia Cristiana.
Oggi, mancando tale presenza e tale ruolo, la dirigenza cattolica si è trovata
ad assumere un ruolo politico in prima persona e lo ha assunto, ormai è chiaro,
a favore della destra . Si è arruolata fra le grandi forze che favoriscono
Berlusconi, la sua politica interna ed estera, la sua economia. Per Berlusconi
un bel vantaggio, una grande ricchezza.
Per il paese, invece, e per il cattolicesimo? Ce lo dobbiamo domandare con
chiarezza e sincerità. I segnali sono chiari e si sono ulteriormente chiariti
proprio in questi giorni, anche nel passaggio da Ruini a Bagnasco. Per non
parlare del passaggio da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI. La questione dei
«dico» e non soltanto. Una chiesa sempre più rigida, favorevole ai teocons e
diffidente delle varie forme di democrazia. Sempre arroccata in difesa dei suoi
presunti diritti, da quello di parola a quelli che la distinguono - pretendono
di distinguerla - dalle altre fedi e la privilegiano. Significativa la pretesa
della menzione delle radici cristiane dell'Europa.
Si veda l'elenco dei gruppi e delle associazioni che hanno firmato l'appello per
il Family day del 12 maggio: non manca proprio nessuno. Tutto il cattolicesimo
italiano ha risposto ad un appello favorevole alla destra berlusconiana. Sono
lontani i tempi del Concilio e di un cattolicesimo che si permetteva alleanze di
vario tipo, anche con il centrosinistra.
Non che oggi i cattolici favorevoli al centrosinistra non esistano. Ci sono, ma
sono costretti al silenzio e al nascondimento. All'anonimato. Un notevole
impoverimento di un cattolicesimo che possedeva, fino a ieri, voci ricche e
significative. Don Milani, Padre Balducci e mille altri. Oggi non più. Oggi la
fedeltà a Gesù Cristo e al Vaticano dovrebbe comportare anche quella a
Berlusconi.
Molto caro il prezzo di questo appiattimento. Se non altro quello di una
separazione fra un cattolicesimo ufficiale, sostanzialmente di destra, e un
cattolicesimo che dissente, e più o meno silenziosamente, si va distaccando da
quello ufficiale. Distacco doloroso e pericoloso. Fino a quando?
Filippo Gentiloni Il manifesto5/8/08