Giovanni Paolo II è
finito all'inferno Benedetto invece andrà in
paradiso...
Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo da oggi è bandita la
bandiera della pace. Lo ha
deciso il Vaticano che lo ha reso noto tramite l'angelica agenzia di stampa
Fidens, da domani "la
croce di Cristo e non la bandiera arcobaleno è il vero simbolo della pace". A
parroci, vescovi e
credenti non rimane che correre ai balconi, alle finestre, saltare sui campanili
e strappare un simbolo
che ha, come annuncia la beata Fidens: "all'origine il suo intrecciarsi con così
numerosi fattori
culturali, sociali e politici, che ne fanno una valida sintesi per rappresentare
il sincretismo che
mischia filosofie orientali, new age, neopentecostalismo; tutto insomma, meno il
messaggio
cristiano nella sua essenzialità." Chiaro? Se non avete capito, bisogna che ci
crediate per fede
perché a parlare sono le gerarchie con tanto di mitra, anelli d'oro e scarpine
Prada.
Gli stessi chiedono ''come mai uomini di chiesa, laici o chierici che siano,
hanno per tutti questi anni
ostentato la bandiera arcobaleno e non la croce, come simbolo di pace?'' Non c'è
che dire: bella
domanda! Me li immagino accigliati e pensanti, riuniti all'ombra della storia
della croce e delle
crociate a chiedersi perché don Tonino Bello, Aldo Capitini, che la usò nella
prima marcia Perugia
Assisi insieme a milioni di credenti e non, in tutto il mondo hanno indossato i
colori della pace al
posto della croce. Forse perché la bandiera della pace parla un linguaggio
universale oltre le
religioni e dentro le religioni? Oppure perché i colori sono troppo gioiosi
mentre la nuova Chiesa
del vecchio testamento deve incutere il timore di Dio?
Da domani verranno ammainate le bandiere della pace e issate quelle templari. Da
domani potremo
andare in città del vaticano a scambiare le bandiere e celebrare in latino il
funerale della chiesa
conciliare. Scriveva don Tonino Bello "… è un bluff limitarsi a chiedere la pace
in chiesa, e poi non
muovere un dito per denunciare la corsa alle armi, il loro commercio
clandestino, la follia degli
scudi spaziali (…) per esporsi, magari anche con i segni paradossali ma
eloquenti dell'obiezione di
coscienza, in tutte le sue forme, sui crinali della contraddizione". Esporsi sui
crinali della
contraddizione è il cammino della chiesa di Giovanni Paolo II, che tra mille
contraddizioni, ha
provato a stare nella storia non chiudendo il soglio di Pietro nelle stanze
sicure e buie di una identità
da santa inquisizione. Strappare le bandiere della pace dai campanili delle
chiese è come bruciare le
bandiere di un popolo. Ma in questo caso il popolo non coincide con uno stato,
ma con l'umanità.
La bandiera della pace è la bandiera dell'umanità che lotta perché nessuna vita
può essere spezzata
in nome di un regime politico o economico, di una ideologia o di una religione.
Le bandiere della
pace, non segnavano un confine ma la fine dei confini, non identità ma divenire,
non quello che c'è
ma quello che ci sarà. Joseph Ratzinger sa che la croce non è la bandiera della
pace, come lo sapeva
Giovanni Paolo II. La rottura tra i due papati mi fa venire in mente il titolo
un libro pubblicato da
Cesbron negli anni '50 in cui venivano narrate le prime esperienze dei preti
operai: "i santi vanno
all'inferno". Se così è non ho dubbi su dove sia oggi Giovanni Paolo II, mentre
sono convinto che in
paradiso c'è un gran lavoro di anime schiave a costruire la piramide per
Benedetto XVI.
Michele De Palma Liberazione
22 giugno 2008