Bisogna partire dall’affermazione che il principio di laicità è fondante
dello stesso concetto di democrazia, anzi è l’altra faccia della democrazia.
Non è frutto di questa o quella ideologia ma è il patrimonio di conoscenze e di
valori condivisi del quale possono vivere e convivere cittadine e cittadini che
si riconoscono nella Repubblica accettandone la Costituzione
Per questo la laicità non è solo da riferirsi allo Stato ma all’intera società e
deve essere assunta come fondamento di una nuova cultura politica che permetta
la coesistenza e magari la contaminazione dei diversi orientamenti culturali,
ideologici, religiosi che, nati in diverse epoche storiche e sotto la spinta di
diverse esigenze, ispirano diversi stili di vita di donne e uomini.
Lo Stato deve rispettare la pari libertà e dignità di tutte le opinioni
religiose (relativismo, ateismo e agnosticismo compresi) con un atteggiamento di
imparzialità/equidistanza rispetto ai soggetti che ne sono portatori. Al tempo
stesso il diritto di proporre propri valori non deve diventare licenza per
imporre i propri con strumenti diversi dalla dialettica democratica fra
cittadini e partiti, forze sociali e centrali culturali in forza di una
dominanza numerica. Nessuno può pretendere di aver autorità morale maggiore di
altri, e che propri principi morali siano sempre norme di legge.
Il rifiuto dell'"etica di Stato” non implica la negazione dell’esistenza di un
patrimonio di valori condivisi. Tali sono principi della Costituzione che
ispirano i primi 12 articoli e la prima parte “Diritti e doveri” e che
costituiscono quindi il fondamento dell’etica a cui devono adeguarsi le leggi
della Repubblica.
La Repubblica si è trovata al suo nascere a fare i conti con l’esistenza nel
paese di un soggetto, la gerarchia cattolica (vaticana e italiana) che aveva
ottenuto dal fascismo nel 1929 , in cambio del suo appoggio, riconoscimenti e
privilegi che si sono perpetuati e accresciuti con i nuovi Accordi, voluti nel
1984 da Bettino Craxi e accettati anche dal partito comunista (non dalla
sinistra indipendente!!!), dei quali pertanto va chiesta la revisione nel
quadro di una campagna abrogazionista dello stesso regime concordatario nel suo
complesso. Fatto di prassi e di illegalità, esso va ben oltre le norme scritte
nel Concordato ed oggi è tanto più anacronistico nella società multietnica,
multiculturale e multireligiosa che si sta costituendo nel nostro Paese.
Nella formazione del nuovo soggetto noi dobbiamo pertanto promuovere:
a) la cultura della laicità come autonomia dell’umano da ogni pretesa
d’impedire la libertà di ricerca e di espressione sulla base di una verità che
si presenti come assoluta e non si riconosca, come tutte le altre, frutto della
storia e affidata, perciò, alla coscienza di chi la crede;
b) l’impegno per una lotta sistematica e non strumentale contro privilegi e
potere acquisiti dalla gerarchia cattolica forzando i limiti imposti dal regime
concordatario all’interno di una costante denuncia della sua esistenza come
ostacolo all’affermarsi di una democrazia compiuta e di una discriminazione fra
i cittadini/e;
c) l’impegno a contestare sistematicamente gli interventi delle gerarchie
cattoliche che prevaricano i limiti imposti dal Concordato vigente senza che
questa contestazione possa essere presentata come guerra di religione: a tale
scopo sarà molto utile imporsi la sistematica distinzione nel linguaggio comune
fra gerarchia e chiesa cattolica, fra cattolicesimo e integralismo cattolico,
fra cattolicesimo e cristianesimo, fra islamismo e fondamentalismo islamico, è
altrettanto utile non banalizzare l’adesione di tante/i donne e uomini alle
diverse forme di religione e ricordare che ideologia e religione possono essere
assunte più o meno strumentalmente come assoluti;
d) il rifiuto di ogni tentativo di esorcizzare la cultura della laicità
assimilandola all’anticlericalismo, di accreditare l’esistenza di una “buona”
laicità in opposizione al laicismo o di ridurla a tolleranza delle diversità, ad
"accoglienza" del diverso, ad atteggiamenti genericamente pacifici e pacifisti:
si tratta certo di atteggiamenti positivi, ma che, in mancanza di un chiaro
fondamento culturale, lasciano spazio di manovra ai poteri di sempre, chiese,
patriarcati, poteri forti e ai fondamentalismi fonti di razzismo, omofobia,
discriminazioni.
** La laicità, inoltre, deve essere intesa non solo come cultura ma costruita
anche come spazio pubblico non compresso tra un interventismo troppo solerte
della gerarchia cattolica e un’acquiescenza largamente diffusa nella classe
politica. Per costruire tale spazio è necessario impegnarsi prioritariamente a
promuovere sull’argomento la più ampia informazione dei cittadini rispetto con
incontri ed iniziative pubbliche per illustrare, in modo chiaro ed accessibile a
tutti, le violazioni dei principi costituzionali in materia di salute,
istruzione, tutela delle formazioni sociali ecc e per vincere la diffidenza
dominante nei confronti del termine "laicità".
Nell’immediato dovranno essere individuati alcuni obiettivi sui quali impegnarsi
con azioni mirate e sistematiche per promuovere:
1) Persona:
affermazione dei diritti civili contro ogni discriminazione di genere; difesa
della salute, dignità, e libertà della donna con la difesa della Legge 194, la
revisione della legge sulla fecondazione assistita in linea con i recenti
interventi della magistratura e il conseguente rinvio alla Corte costituzionale;
rilancio di una campagna per ottenere una legge sul testamento biologico
2) Famiglia
rilancio di una campagna per ottenere una legge sulle unioni civili e nel
frattempo avvio nei Comuni del registro delle coppie di fatto norme per
l’abbreviazione dei tempi per ottenere il divorzio;
rivendicazione della pari dignità con la riforma di orari e organizzazione del
lavoro flessibile per le madri e per i padri, attraverso congedi parentali
obbligatori, supporto a forme di mutuo aiuto come asili e servizi di
baby-sitting collettivi autogestiti
3) Scuola
riaffermare il carattere istituzionale della scuola pubblica dello stato e degli
enti locali fondata sulla cultura della laicità e sulla libertà d’insegnamento
ripristinare la legalità costituzionale abrogando il finanziamento delle scuole
private anche se paritarie promuovere la rigorosa attuazione dl principio di
facoltatività dell’insegnamento della religione cattolica nella scuola e dignità
alle scelte alternative
abrogare la normativa che ha istituito il ruolo speciale dei docenti di tale
insegnamento,
4) Simboli religiosi
eliminazione dei crocifissi nelle scuole, negli ospedali e nei tribunali,
realizzazione di strutture pubbliche autonome per matrimoni e commiati funebri
presso
i municipi,
introduzione nelle formule di giuramento per il conferimento di incarichi
istituzionali, del richiamo alla difesa della laicità dello Stato
riequilibrio nel servizio pubblico radiotelevisivo degli spazi appaltati alle
chiese, in particolare alla gerarchia cattolica, e quelli destinati
all’informazione religiosa, in particolare al cattolicesimo
5) Finanziamento promuovere l’opzione a favore dello Stato dell’otto per mille
per smascherare il carattere incostituzionale della norma che priva il
Parlamento la piena sovranità sull’uso del gettito fiscale appaltandone la
destinazione ai soli contribuenti e non a cittadini/e
eliminare la ripartizione impropria delle quote dell’otto per mille dell’irpef
non optate dai contribuenti
eliminare il regime privilegiato di esenzione, in qualsiasi forma dal pagamento
dell’Ici riservato alle chiese più diffuso per le istituzioni cattoliche.
Marcello Vigli