La verità non abita al Vaticano

 Della vicenda del papa alla Sapienza si parlerà ancora a lungo. Una vicenda veramente straordinaria in un paese come il nostro, abituato alle genuflessioni molto più che alle contestazioni. Come mai e perché si è arrivati a questa nuova «breccia di Porta Pia»? Non credo che sia necessario riesumare addirittura Galileo o Darwin. Probabilmente è sufficiente uno sguardo agli inizi del pontificato di Benedetto XVI e agli indirizzi culturali che si sono già evidenziati. Nessuna meraviglia , allora, se da un settore della cultura del nostro paese - professori e studenti - sono emersi gli indizi di una contestazione. Al centro del pontificato una decisa sottolineatura, in positivo, dell'esclusivismo della verità cattolica e in negativo del relativismo. La verità, dice e ripete il papa, o è cattolica o non è. Deciso, quindi, il verdetto di insufficienza o addirittura di falsità per le altre pretese di verità. O false, o, comunque, relative. L'assoluto vive e prospera soltanto all'ombra del Vaticano. È qui e non ad altre strutture che chiunque cerca la verità deve rivolgersi. Logico, allora, un ridimensionamento - a dir poco - della Sapienza come delle altre università. Logico che qualcuno se ne risenta.
Ma - si dirà - non è stata sempre in vigore questa accentuazione della verità cattolica? Questo esclusivismo non fa parte essenziale del cattolicesimo? Sì e no. Sì, nel senso che un certo esclusivismo fa parte essenziale di qualsiasi professione religiosa, cattolica o meno. Ma è anche vero che qualsiasi esclusivismo deve essere soggetto a una certa dimensione relativa. Dimensione tipica, in fondo, della «sapienza», proprio di quella sapienza che è professata dall'università di Roma e non solo. Una dimensione tipicamente umana che dice ricerca, passaggio, cammino. Proprio quella dimensione che posizioni come quella di Ratzinger temono, per paura di un relativismo che sarebbe senza stazione di arrivo. Proprio quella dimensione che, invece, lo studio universitario deve sostenere. Uno scontro, dunque, di grande portata e del quale il recente episodio non è stato che un momento passeggero. Al di là della Sapienza e della contestazione di Roma il cammino della verità proseguirà: lo spazio non manca per chi vuole contribuire, al di là e al di qua del Tevere.

Filippo Gentiloni    Il manifesto 17/1/2008