Un documento (diffuso lo scorso 10 luglio) della Congregazione per la Dottrina della Fede e approvato dal Sommo Pontefice, riafferma la tradizionale dottrina cattolica sull'unicità della Chiesa. Una gravissima battuta d'arresto al dialogo ecumenico intracristiano (quello interreligioso risulterebbe, a questo punto, impossibile per principio) e di un colpo basso nei confronti dei cristiani protestanti.
La Verità vi renderà liberi. Sì, di essere arroganti e intolleranti! Sia chiaro
per tutti e senza offesa per nessuno: quella di Roma è l'unica Chiesa voluta da
Dio.
Senza sosta va avanti da duemila anni il grande concorso al glorioso titolo di "Unica vera Chiesa di Cristo". Il relativo bando prevede diversi e particolarissimi requisiti (come ad es. la virtù - rarissima! - di Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te/Ama il prossimo tuo come te stesso e la stretta osservanza di parecchi precetti davvero impegnativi: vedi Matteo capp. 5-7; 25,31-46; Giacomo 1,27; Galati 5,19-23; 6,2 ecc.). Eppure, il numero degli aspiranti è sempre stato elevato. Valanghe di domande (con tanto di autorevolissime autocertificazioni) paralizzano i lavori all'Ufficio Protocollo.
Ma a quanto pare il vincitore a tavolino di questo prestigioso concorso da sogno è noto da sempre. Esisterebbe infatti una sola istituzione che lapalissianamente possiede - pienamente e in modo esclusivo - tutti i requisiti per aggiudicarsi quel titolo: la Santa Chiesa Cattolica Romana. (Gli altri candidati, accampando le stesse pretese, sono stati nel corso dei secoli causa di innumerevoli e scandalosi contenziosi inutili). Umilmente e pro bono pacis, essa viene oggi a ribadire di essere "l'unica Chiesa voluta da Gesù Cristo", l'unica abilitata da sempre e per sempre a dispensare Paradiso e Verità.
Sia chiaro, una volta per tutte, che una corretta interpretazione della dottrina della Chiesa riguardo lo status delle altre realtà cristiane deve portare a prendere atto di quanto segue: sia le Chiese ortodosse sia le "Comunità" (giacché il titolo di "Chiesa" non s'addice loro) nate dalla Riforma del XVI secolo presentano gravi carenze, mancano cioè di "elementi costitutivi essenziali" della Chiesa voluta da Cristo, elementi che da sempre invece si ritrovano nella Chiesa di Roma. Va poi sottolineato che i Protestanti, da questo punto di vista, sono particolarmente carenti (prova ne sia il loro deleterio pluralismo e l'apertura sfacciata di molti di loro alla modernità). Senza offesa, naturalmente!
A fare chiarezza sulla questione c'è un nuovo documento (diffuso lo scorso 10 luglio) della Congregazione per la Dottrina della Fede, inteso a riaffermare la tradizionale dottrina cattolica sull'unicità della Chiesa (una dottrina spesso ignorata o colpevolmente fraintesa dagli intellettuali secolarizzati nonché dalla scellerata fazione dei cattolici progressisti: troppi equivoci infatti si sono accumulati intorno al presunto "nuovo volto" della Chiesa uscito dal Vaticano II). Il documento gode dell'approvazione del Sommo Pontefice.
I devotissimi Socci & C. salutano con giubilo le recenti e molto edificanti dichiarazioni vaticane, professando profonda gratitudine a Benedetto XVI il quale, nella situazione di confusione in cui versa oggi il mondo, non solo ha voluto restituire alla Chiesa il tesoro liturgico del Rito antico (sul ripristino della Messa in latino intendo sorvolare, soprattutto perché l'iniziativa riguarda esclusivamente la vita interna della Chiesa), ma ha anche coraggiosamente (è il coraggio della Verità!) riaffermato l'autorità del Papa, l'unico a cui l'Onnipotente abbia trasmesso il pieno potere di pascere, reggere e governare la Chiesa universale.
Se non verrà fuori che si è trattato solo di una provocazione per l'estate, di un grande bluff, se cioè non ci saranno autentici segni di ravvedimento/rinsavimento, il mondo cristiano avrà dato - per l'ennesima volta - un magnifico esempio di fratellanza, pace, amore, dialogo... almeno tra devoti dello stesso Dio e seguaci dello stesso Maestro!
Il nuovo documento dell'ex Sant'Uffizio non può che provocare una gravissima e dolorosa battuta d'arresto al dialogo ecumenico intracristiano (quello interreligioso risulterebbe, a questo punto, impossibile per principio) e costituisce senz'altro un tristissimo colpo basso nei confronti dei cristiani protestanti in particolare. Sempre, si capisce, a fin di bene. Del resto, già da un bel po' i rapporti tra le religioni vivono una sterile stagione di calma piatta. Ci voleva proprio una scossa produttiva, onde rinfocolare vecchie dispute e ostilità di cui il mondo sentiva tanto la mancanza.
Comunque, c'è chi con saggezza invita ad apprezzare almeno la franchezza: meglio sapere cosa pensa veramente il nostro interlocutore. Infatti, senza premesse chiare e sincere non può realizzarsi dialogo autentico.
Va anche ricordato che la Verità deve essere proclamata a chiare lettere. Quale santo deposito dell'integro Vero, la Chiesa ha il dovere assoluto di non consentire illusioni circa questo fatto: e cioè che sulla Terra esiste una sola agenzia divinamente autorizzata a gestire le relazioni tra immanente e trascendente. Le altre sono tutte imitazioni più o meno difettose (= false).
Bisognerebbe, credo, coltivare una concezione sobria di se stessi, soprattutto in quanto cristiani. Ma noi poveri liberi pensatori erranti ignoriamo le enormi responsabilità che gravano su chi possiede la Verità! L'umiltà non s'addice a chi ha ricevuto la missione suprema di illuminare e preservare il mondo. Il fine, si sa, giustifica i mezzi.
Michele Turrisi, Aprile online 26-7-07