Mafiosità politica

Pensiamoci su...      Trionfano l'egoismo, l'individualismo esasperato, l'interesse particolare e privato che prevale su quello generale e pubblico: ecco l'Italia delle illegalità e delle mafie

 La cronaca di questi giorni ha fatto nuovamente emergere come nel nostro Paese quando un uomo politico è indagato, ormai la regola è accusare il magistrato che indaga di essere lui a fare politica. Attacchi e contrasti si ripetono a raffica, diffusi attraverso i più incisivi mezzi di informazione. Finché non incidono negativamente sull'immagine, sulla credibilità, sull'efficienza di chi compie semplicemente un pubblico servizio. Con lo scopo di frenarlo, se non bloccarlo, o quantomeno di svalutare i risultati del proprio lavoro.

Così, anche da parte di chi, citando Berlinguer, continua a prendere in giro le platee delle feste dell'Unità, invece di un recupero della questione morale, frequente è l'invito rivolto alla magistratura a fare un passo indietro.

Questo è solo un esempio di una lunga serie, da cui si può evincere come in gran parte della classe politica, come del resto in gran parte della nostra società, si rafforza la tendenza ad essere severi, spietati con gli altri, per invocare sempre più clemenza per noi. Trionfano l'egoismo, l'individualismo esasperato, l'interesse particolare e privato che prevale su quello generale e pubblico: ecco l'Italia delle illegalità e delle mafie.

Quella mafiosa non è solo una questione giuridica. La mafiosità in senso socio-antropologico può essere vista, infatti, come quell' "esagerato concetto della forza individuale" (Giuseppe Pitrà in Usi e costumi del popolo siciliano) o come quella "esagerata ipertrofia del proprio io" ( Francesco Scarlata in Le associazioni per delinquere ) che caratterizza, per esempio, molti personaggi dei partiti di oggi e di quelli che stanno nascendo. Questi partiti sono soprattutto "macchine di potere e di clientela, con dei boss e dei sotto boss" (Enrico Berliguer. Intervista rilasciata a Scalfari il 28 luglio 1981 ), che gestiscono interessi privati, talvolta anche loschi, senza perseguire il bene comune.

E gli italiani? la gente comune? Molti italiani si accorgono dei favoritismi e delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ottenuto vantaggi ( magari dovuti, ma ottenuti solo
attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti ) o sperano di riceverne o temono di non riceverne più . Questo è esattamente lo stesso terreno su cui operano le organizzazioni criminali che elargiscono briciole di ricchezza o favori, trasformando, in realtà, i cittadini in sudditi: molte di quelle protezioni mafiose, di quei privilegi mafiosi, caramente pagati dai cittadini, infatti, non sono
altro che elementari diritti che la politica deve loro assicurare.

 

Marco Cazzorla,       Aprile online  03 agosto 2007