Gesù storico, Gesù della fede
Sta facendo ritorno anche da noi il dibattito fra il Gesù
storico e il Cristo della fede. Un dibattito di grande interesse per tutti,
credenti e non.
Un dibattito che era stato centrale a partire dalla seconda metà dell'ottocento
(Reimarus, 1778) soprattutto, ma non soltanto, nel mondo protestante, ma che in
seguito sembrava addormentato, forse perché sopraffatto da altre questioni,
sulla laicità, sui rapporti stato-chiese, sull'etica.
Ora il dibattito è ripreso, anche grazie a testi di dubbio valore, come quelli
su alcune sette più o meno segrete. Ma non sono mancati studi seri e importanti,
fra i quali il più autorevole, quello firmato da papa Ratzinger che, ovviamente,
cerca di dimostrare la coincidenza fra il Gesù della fede e il Gesù storico.
E' la posizione ufficiale della autorità ecclesiastica. Molte e forti anche le
critiche (si possono leggere su Micromega).
Fra gli studi non ufficiali, spicca quello a firma di Corrado Augias, che
interroga, e Mauro Pesce che risponde (Inchiesta su Gesù, Mondadori).
Un testo veramente notevole sia per la informazione, completa e aggiornata, che
per l'equilibrio. I dubbi rimangono, le facili certezze devono lasciare il posto
alla ricerca che continua.
All'insegna del pluralismo, come già era nei primi secoli e nelle prime
generazioni.
Pesce conclude così: «Bisogna leggere i vangeli con la consapevolezza che l'uno
non deve essere letto alla luce dell'altro , perché ognuno trasmette una diversa
visione dei fatti. E' necessario fare grande attenzione alle differenze.
Inoltre, bisogna sempre ricordare che fin dall'inizio sono state date
interpretazioni diverse di Gesù. In principio è la diversità: non un solo
cristianesimo, ma molti cristianesimi.
Del resto le cose stanno così ancora oggi. Anche per le altre religioni».
E Augias, come quasi tutti gli studiosi di oggi, sottolinea la ebraicità di
Gesù, troppo spesso dimenticata.
Filippo Gentiloni Il manifesto 22/07/2007