La scimmia può attendere
Darwin continua ad agitare i sonni del Vaticano. Lo scontro
fra creazione ed evoluzione non soltanto non è finito ma si è rinvigorito anche
di recente, spinto, più che dalla scienza, dalle destre conservatrici di tutti i
continenti e di tutte le forme di cristianesimo. Eppure, dopo le prime negazioni
e incertezze, Roma sembrava avere accettato un evoluzionismo moderato, anche se
questa accettazione rappresentava uno scossone notevole per la teologia
tradizionale e per il racconto biblico. Uno scossone di una gravità che la
dottrina tradizionale non aveva ancora mai conosciuto. Si pensi al ruolo di
Teilhard de Chardin e di molti altri innovatori.
Si continuava a sostenere un necessario intervento diretto di Dio per creare
l'anima umana, spirituale e immortale, ma niente era più come prima. Una ventata
di cultura moderna era entrata, con Darwin, nelle facoltà teologiche e nei
seminari.
Ma poi nei «palazzi» se ne è avuta paura. Una paura che è sembrata aumentare
sotto il pontificato di Benedetto XVI, che , probabilmente, teme le conseguenze
che dall'accettazione dell'evoluzione, potrebbero derivare ad altri capitoli
importanti della teologia. Il papa, il giorno stesso dell'inaugurazione del suo
pontificato: «Non siamo il prodotto casuale e senza senso dell'evoluzione.
Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto,
ciascuno è amato, ciascuno è necessario». L'estate scorsa il papa ha riuniti i
suoi ex alunni di teologia a Castel Gandolfo, proprio per discutere di
«creazione ed evoluzione».
Ora il pensiero cattolico va in cerca di distinzioni e di precisazioni. Così La
Civiltà cattolica: «Mentre il fatto dell'evoluzione può ritenersi
sufficientemente certo, le teorie che cercano di spiegarlo devono passare al
vaglio della verifica sperimentale per poter divenire teorie di valore
scientifico. Finora questo non è avvenuto. Per tale motivo sul problema
dell'evoluzione non è stata detta l'ultima parola sul piano scientifico. Molto
lavoro resta ancora da fare per giungere alla piena comprensione dei meccanismi
del processo evolutivo».
Una marcia indietro del pensiero cattolico, dunque. O, per lo meno, un arresto.
La scimmia può attendere: non è detto che sia giunta la sua ora. Tanto più che
più o meno tutte le forme più conservatrici di cristianesimo, soprattutto negli
Usa, ma non solo, stanno recuperando il valore del creazionismo contro
l'evoluzionismo. La creazione sta diventando un'arma di tutti i fondamentalismi.
Conciliare creazione ed evoluzione - cioè, ancora una volta, scienza e religione
- sarà uno dei compiti più importanti e più difficili per i credenti del nostro
tempo.
Filippo Gentiloni Il manifesto 3/6/07