L'IPOCRISIA DI UNA KERMESSE
 

 La manifestazione sarebbe stata a favore della famiglia e non contro qualcuno, era stato da più parti ripetutamente annunciato giorni prima. A S. Giovanni sembra essersi rinnovata invece la celebrazione del rito cattolico della doppiezza: il distacco tra principi affermati e pratica di vita. Chapeau a Savino Pezzotta che, passato dal comizio al "sermone", annunciava apertamente che la manifestazione era contro i Dico: nel sindacato ha imparato a chiamare le cose col loro nome. Il resto è stato un susseguirsi di dichiarazioni tartufesche di politici che "non erano contro nessuno", anche se, subito dopo, Fini si toglieva la maschera, dichiarando che ormai il governo deve ritirare la proposta. dei Dico perché la piazza si è pronunciata contro di essa.
In 5 anni di governo Berlu-sconi-Fini-Casini-Ruini (che il sostegno lo chiedeva per le istituzioni religiose) non è stato fatto molto per la famiglia, e le parrocchie non si sono organizzate né autonomamente, né al richiamo delle gerarchie ecclesiastiche, per un Dies Familiae. Il fenomeno nuovo ma anche tristemente antico è stato ben descritto da Ezio Mauro: "La Chiesa scende in campo nella vicenda politico-legislativa come un attore sociale che è insieme parte e Verità assoluta, pulpito e piazza, autorità e gruppo di pressione e chiede di determinare, come mai era accaduto nella democrazia moderna, i comportamenti parlamentari degli uomini politici cattolici, pretendendo pubblica obbedienza al magistero".
Gli uomini di Chiesa fanno uso della forza della politica, della legge civile, per comunicare un messaggio la cui accettazione dipende dalla libera scelta della persona. È in atto un vero tradimento dell'annun-cio evangelico. Il mondo della politica, da parte sua, strumentalizza l'apparato religioso per ottenere e conservare il consenso dei cittadini, con l'occhio vigile ai voti di cui dispone una Chiesa che si fa - e continua ad essere - il primo partito nazionale, capace di richiamare "un esercito all'altar", di antica memoria. Le dichiarazioni pronunciate da Ratzinger contraddicono vistosamente la storia del nostro Paese. L'abbraccio tra il Vaticano e la politica è mortale per la fede e per la democrazia.
Andremo in Turchia (!) a lezione di laicità? Solo gli ingenui e i prevenuti credono che i diritti riconosciuti alle coppie di fatto o a quelle omosessuali possano mettere in crisi la famiglia tradizionale. Lo stesso timore, a suo tempo, veniva agitato per ostacolare la legge sul divorzio e oggi lo stesso Casini dichiara: "la maggioranza silenziosa degli italiani è per la famiglia tradizionale". Ad avere le doti di un S. Antonio di Padova, sabato 12, si poteva presenziare ad entrambe le piazze.
A S. Giovanni, per sostenere e stimolare la Bindi per l'attuazione dei suoi progetti di sostegno alla famiglia, con maggiori risorse in Finanziaria. A piazza Navona, si sarebbe potuto andare per sostenere i diritti di quanti dalla "natura", da Dio per i credenti, sono stati "diversamente dotati" quanto a pulsioni sessuali, e non per colpa della sinistra.
I puntuali rendiconti di Marco Travaglio, che ama fare politica in forma meno seriosa pur se decisamente caustica, offrono sempre una lucida percezione della realtà. I Paesi che non hanno avuto la fortuna di avere in casa la Dc, Berlusconi e il Vaticano, scrive il giornalista, danno alle famiglie il 2,4% del Pil; noi l'1,1% ; inoltre nascono più figli dove esistono i Pacs e non si fanno i Family Day. I nostri politici più affezionati ai "valori della famiglia", scrive Travaglio, hanno almeno un paio di famiglie a testa.
Berlusconi, come dice Benigni, "ha avuto diverse mogli di cui alcune sue". Bossi, Calderoli e Castelli sono risposati. Casini vive con una nuova compagna e definisce la sua "una famiglia in difficoltà". Anche Follini è divorziato e D'Onofrio è stato privilegiato dall'annullamento della Sacra Rota. I più accaniti sostenitori della famiglia appartengono ad An e a Forza Italia. Fini ha sposato una divorziata, La Russa è divorziato e convivente, Matteoli e l'ex ministro Baldassarri divorziati e risposati. La Santanché, "graziata" dalla Sacra Rota, ha convissuto a lungo. Nel partito di Berlusconi sono divorziati Elio Vito, Antonio Leone, Pecorella, Adornato. Elisabetta Gardini convive more uxorio. La Moratti sarà stata accompagnala alla manifestazione dal marito divorziato. Vanno rispettate le scelte private e i diritti delle persone ma è inaccettabile che chi contraddice i principi che professa faccia il moralista contro altri col negare loro gli stessi diritti. Travaglio suggeriva al Vaticano di concedere a simili crociati l'indulgen-za di un giorno, autorizzandoli a sfilare con tutte le loro famiglie.
Sull'altro fronte, il "poliedrico" Rutelli, non divorziato ma reduce da vivaci battaglie a favore dell'aborto e del divorzio, confessava che il dodici maggio era divorato dal desiderio di recarsi a Canossa... Per fortuna la Fede è un dono di Dio che nessuno può togliere ad un credente, nemmeno il Vaticano.

 

 Raffaele Garofalo   prete, Pacentro (Aq)       Adista Notizie N°37  2007