8 per mille, a chi vanno i soldi dello Stato
risponde Corrado Augias
Caro Augias, sull'8 per mille sono laico convinto e la mia scelta è sempre
ricaduta sullo Stato, con una punta di orgoglio, ammetto. Scopro adesso che con
decreto del presidente del Consiglio buona parte dei soldi dell'8 per mille
quest'anno andranno a finanziare restauri e interventi in favore di immobili
ecclesiastici, compresi quelli danneggiati dal terremoto in Abruzzo. Se intendo
destinare la mia quota alla Chiesa Cattolica e alle sue meritevoli iniziative lo
faccio mettendo una croce sull'apposita casella, è intuitivo. Se non lo faccio è
evidente che intendo destinare i miei soldi ad altri progetti, spero altrettanto
meritevoli. Mi pare addirittura ovvio nella sua semplicità. Invece no, c'è chi
della mia volontà si infischia, devotamente. Da tutto ciò traggo una
conclusione: chi rappresenta questo nostro povero Stato non perde occasione di
colpire alle spalle. La prossima volta che dovrò tracciare una croce eviterò di
piegarmi e mi guarderò bene le spalle. Magari farò felice qualche simpatico
Valdese.
Luca Olivieri lu.olivieri@libero.it
A inizio novembre la Repubblica (Carmelo Lopapa) rendeva nota la notizia.
«L'atto del governo n. 121» relativo all'8 per mille confermava che i soldi
vanno sì allo Stato ma sono nella discrezionalità del capo del Governo, per il
loro utilizzo. Il "parere parlamentare" è delle commissioni Bilancio. La
novità di quest'anno è che gran parte del ricavato sarà destinato a «interventi
per il sisma in Abruzzo» con netta preponderanza di parrocchie e
monasteri. Il presidente della commissione parlamentare competente, il
leghista Giancarlo Giorgetti, ha obiettato: «Le richieste di finanziamento
relative all'Abruzzo risultano presentate in data antecedente al sisma ed appare
quindi opportuna una verifica e un coordinamento con gli interventi previsti
dopo il sisma». C'è insomma il robusto sospetto di un altro pasticcio
riparatorio nei confronti della Chiesa cattolica confermato dal fatto che la
quasi totalità del restante denaro è destinata a lavori di restauro per diocesi,
chiese, parrocchie, monasteri. Sono previsti anche interventi per la
Pontificia Università Gregoriana e la Compagnia di Gesù sui quali lo stesso
Giorgetti ha obiettato che la priorità doveva essere data a «progetti presentati
da enti territoriali», non ecclesiastici. Più che un Atto di Governo
sembra insomma un Atto di Contrizione, costoso per il contribuente tanto più che
questi denari vanno ad aggiungersi alle cospicue sovvenzioni di cui la Chiesa
già gode. Gli italiani che hanno specificato a chi dare i soldi dell'8
per mille sono circa 17 milioni. Di questi, l'89 per cento indica la Chiesa
cattolica un po' per fede molto come frutto di una campagna pubblicitaria assai
efficace che i vescovi affidano a una delle migliori (e più care) società di
promozione.
Repubblica 11.12.09