Trrrrrrrieste – Ufficio – Pausa pranzo (troppa acidità per magnar e alllllllllora scrivo il report).

Censura aggiunte e correzioni in rosso del mitico rollo.

 

Una stagione invernale decisamente anomala e relativamente mite, la recente visita in città di alcuni amici di Pescara, il raduno degli elefanti alle porte come obiettivo, ed ecco come una mezza idea, buttata là quasi per scherzo (“ci facciamo il Winter Bikers, raduno invernale a Faenza?”) diventa in pochi giorni un pretesto per l’ennesimo giro in moto.

Detto fatto.

Sabato 13 gennaio 2007 ore 7,40

Ritrovo (con rollo TDM e vale TRANSALP) e colazione in città, partenza puntuali alle 8 direzione costiera e poi “chepallenstrada” fino a Mestre. Poi l’allucinante Romea, abbastanza rapidi, quasi fino a Chioggia. Quindi ci addentriamo, con andatura turistica, in percorsi alternativi, lungo le Valli Ferraresi. Nonostante la strada piuttosto viscida e l’umidità logicamente molto alta (visiera sempre bagnata come se piovesse), riusciamo ad apprezzare l’anomalo fascino che queste strade, a dire il vero non molto entusiasmanti motociclisticamente, possono riservare anche in questo periodo. A Codigoro, dopo circa 250 km, prima pausa caffè trasformata velocemente in assaggio vino e birra con immancabile spuntino. Verso le 13 e 30 siamo già a Lugo di Romagna, pochi km dalla meta; cercando locale per il pranzo ci fermiamo in una bottiglieria pasticceria col gestore molto simpatico (visti anche i tre bendisposti avventori) il quale fomenta ogni giro con piattino di dolcetti e pizzette calde, ma alla fine ci congeda regalandoci una maglietta del locale. Raggiungiamo abbastanza euforici e caldi Faenza; la guida si fa brillante, man mano che ci avviciniamo, sfidando l’asfalto infido che viene anzi, sfruttato, per dedicarsi a notevoli prove di abilità (rollo addomestica le gomme lisce salutando un sottopasso impennando… beh, non esageriamo: due tratti dalla diversa inclinazione longitudinale, vengono elegantemente raccordati, sfruttando l’inerzia della moto in accelerazione…). Localizziamo rapidamente il campo di motocross del Motoclubfaenza, luogo del raduno, memorizziamo il posto e ripartiamo per visita/cazzeggio a Faenza. Lungo la strada tentativo di pranzo alla “taverna del lupo”, immediatamente respinto in quanto la cucina è già chiusa, nonostante un altro gruppo di bikers più numeroso si accingesse a mangiare; chiediamo “almeno” tre calici di rosso, ma in risposta otteniamo un “E’ CHIUSO”! Anche questi, probabilmente, hanno il culo troppo pieno. Peccato, c’era un buon odore di griglia. In città stessa storia (in fin dei conti sono già le 15…), così ripieghiamo con pizza al taglio e giretto per il centro. Ritorno al raduno, parcheggio delle moto ed immediato incontro con gli amici di Pescara. “E QUA INIZIA LA TRAGEDIA”. Come al solito… Convenevoli: pochi, ma sinceri; brindisi: subito tanti. E si parte con la grappa offerta dal Cinghiale! Giro per il campo. Non male l’organizzazione: il vin brulè offerto a volontà, col fuoco sempre acceso; colazione offerta con uova e pancetta fritta e l’immancabile Sangiovese oltre alla cioccolata calda con panna (per i più romantici e tradizionalisti…); concerti fino a notte inoltrata. Indubbiamente una bella situazione, non troppo frequentata e commercializzata (anche per la particolare collocazione stagionale) ed una logistica che favorisce la socializzazione tra i temerari partecipanti, riuniti come un numeroso gruppone di vecchi amici. La quintessenza del motoraduno, quindi. Insomma, bevuto, chiaccherato, riso, ballato fino a notte inoltrata. Mattina della domenica, dopo le poche ore di sonno passate nella mensa, opportunamente trasformata in dormitorio per i saccopelisti, appena dopo l’abbondante colazione, daccapo coi brindisi. Una rovina, ma senza malori o incidenti: tutti cordiali, allegri. Lo consigliamo decisamente. Rientro abbastanza veloce (come guida, non come tempi…), prediligendo la noiosa scorrevolezza della SS Romea ad alternativi tracciati dagli spunti mototuristici, ma intervallati da ulteriori tappe defaticanti nonché enogastronomiche. Quindi, inconvenienti vari quali: rollo senza benzina appena partiti dal raduno, risolto con self service 2 km più avanti; stanko senza benzina in autostrada al buio per rottura spia riserva: perso più di un ora; incertezze di Rollo, con soste con la frase: “ciò muli, me vien de svenir, no rivo più guidar……”. Ore di moto, umidità estrema, poco sonno e l’importante consumo notturno di alcol lasciano evidentemente il segno. Ma ce l’abbiamo fatta, ancora una volta…

Sicuramente ho dimenticato (o tralasciato per pudore) molti episodi ludici che ora non ricordo. Comunque esperienza da ripetere, ma una volta l’anno basta e avanza (appena tirato la testa fuori dal sacco a pelo la mia prima frase è stata: “sti mati no i me becca più…” E non era ancora finita! Ma si dice sempre così…).

Speso circa 120 euri e fatti circa 800 km.

Ciao stanko e rollo

p.s. ci si sente dopo l’elefantentreffen