NONOSTANTE LE AVVERSITA’ CONQUISTATO IL PASSO ALAN IN INVERNALE.

 

In partenza, viste le previsioni meteo poco incoraggianti, avevamo rinunciato al progetto. Ultimo contatto con Rollo venerdì mattina, rinunciamo definitivamente. MAI DIRE MAI… Verso mezzogiorno, ci risentiamo e decidiamo di partire lo stesso e vedere come procede lungo la costa dalmata. Contatto al volo Coci, che aveva già rinunciato per motivi di lavoro, e decide di fare con noi un pezzo di strada lo stesso, rientrando poi in serata da solo. Alle fine partiamo alle 13 dal valico di Pese, in direzione fiume-senj-jablanac. A bakar, dopo un paio di birrette, Coci rientra e noi decidiamo di tentare lo stesso, costa dalmata semideserta con vento a crescere man mano si scendeva. Giunti a Jablanac (dove ci sarebbe l’incrocio col passo alan), la situazione atmosferica precipita in modo considerevole. Decidiamo dopo consulto col benzinaio di ripiegare verso l’isola di Rab, pernottare lì e l’indomani in base al tempo vedere il da farsi. Traghetto al buio e ricerca di alloggio a rab sotto scrosci di pioggia e vento di scirocco (per fortuna, vista la stagione). Alla fine troviamo una bella pensione e sotto con la cena. In tarda serata il forte vento scopre le nuvole e ci fa godere del cielo stellato. Andiamo a dormire contenti e convinti che l’indomani sarà bel tempo e possiamo fare sto benedetto passo alan. Al mattino veniamo subito accolti da un’abbondante pioggia, vento forte in crescita e mare con traghetto a rischio. Che fare??? Conoscendo abbastanza bene la pericolosità della costa dalmata in quelle condizioni decidiamo di tentare il passo nella speranza che dall’altro lato (verso le pianure bosniache) il tempo cambi. Saliamo tra le raffiche di vento e il brecciolino (ghiaia-sassi-rami-busi pieni de fango) e la nebbia, dopo i primi 20 km la strada diventa sterrata con ripide rampe inondate da rigagnoli. Per l’africa-twin e una gioia, molto molto meno per il tdm, nonostante lo guidi l’esperto Rollo. Comunque riusciamo a valicare (a 1406 metri) e ad iniziare la discesa. Più avanti torna l’asfalto, ma resta lo sporco e l’acqua, procediamo con cautela fino al primo paese con segni di vita, arriviamo a Krasno e ci infiliamo nell’unica locanda tra i sguardi stupiti (e anca sai imbriaghi) dei villici. Decidiamo il da farsi, saltano fuori varie proposte e alla fine decidiamo per una sosta breve e il raggiungimento di Otocac per poi prendere l’autostrada fino a Zagabria e tuffarci in qualche calda piscina nelle terme della zona (catec), pernottare e rientrare il giorno dopo con sosta ai mercatini di natale a lubiana. NON E’ ANDATA PROPRIO COSI’…. La pausa breve è durata due ore tra salsicce di cragno locali con patate e crauti innaffiati da abbondante vino rosso. La pioggia aumenta e raggiungere Otocac quasi al buio non è agevole. Poi autostrada con uscita obbligatoria in zona Karlovac causa incidente e raggiunta Zagabria e poi confine e quindi ricerca locanda a catec. Rinunciato il bagno (ormai sono quasi le 20 e chiudono alle 21) cerchiamo e alla fine troviamo locanda con ristorante. Serata allegra e rilassante nella speranza di avere almeno il ritorno asciutto. CURAZ Niente da fare, anzi, la mattina pioggia fitta e calo brusco della temperatura in particolare dopo lubiana, rientro bagnati ma soddisfatti nel pomeriggio a trieste. Sicuramente passo alan da rifare col bel tempo.

Ciao

P.S. in tre giorni e 700 km vista neanche una moto…