Alla Ricerca della Trappa Bevuda.

 

Venerdì - “Mi alzo o non mia alzo” questo era il dilemma che mi affliggeva la mente venerdì  mattina, guardo fuori la finestra, c’è un bel sole “oggi è proprio una bella giornata per viaggiare”… “OK, mi alzo”.

In un batter d’occhio preparo il bauletto, saluto a malincuore le mie bimbe e la moglie,  preparo la mia gattona rossa e via alla ricerca della trappa bevuda.

Roma – Trieste, ho impiegato 7 ore, viaggio tranquillo, andatura codice, tappe per caffè e acqua. Alle 14,10 mi fermo davanti lo splendido palazzo di Via del Coroneo dove attendo il Boccia che esce dal “lavoro” (dice lui ma, conoscendolo, va li solo a riposarsi dei bagordi delle notti brave).

Eccolo che spunta prima il naso e dopo 5 minuti arriva anche lui. Dopo i saluti obbligatori mi propone di pranzare in una “osmiza”… “e come no, c’ho na fame….” Andiamo su, in un posto dal nome troppo difficile da ricordare per un terruncello come me, ottimo il vinello bianco e altrettanto ottimi gli affettati. Alla seconda caraffa de vin arriva anche l’Ombradosmica, altra caraffa in arrivo, si comincia a cazzeggiare e in quel momento capisco che il mio weekend a Trieste non sarà certo “riposante”. Intanto, tra un cazzeggiamento e l’altro, in compagnia dei figli del padrone dell’osmica, ai quali non par vero di farsi 4 risate a spese nostre (un po ciucchi a dire il vero), arriva il Clandestino, la prima impressione è buona, il resto sarà meglio. Finito in osmica si torna giù a TS, su, sulla Torre di Babele, (casa del Boccia) dove riposo le mie stanche membra per una decina di minuti, giusto il tempo di una doccia veloce e ci si prepara per l’espatrio in Slovenia, meta: un localino niente male. Cena a base di Lubianska e Birra, ciucco come una capra, credo di essere tornato sulla torre di Babele ma invece sono al Rifugio di cui a malapena mi ricordo prima di tornare sull’Empire State Building del Boccia a dormire.

Sabato – Sveglia all’alba, mi guardo intorno e mi chiedo: “Dove c…o sono?, cosa faccio qui? Ma soprattutto CHI SONO????”, dopo qualche minuto le risposte cominciano a spuntare all’orizzonte della mia mente. Sono a casa del Boccia (patocca) ovvero in cima alla torre di Babele. Faccio il giro della casa, trovo il Boccia sul suo giaciglio in mutande, lo spettacolo è raccapricciante, russa come un maialino da latte, capisco l’antifona, prima di un paio d’ore non connetterebbe ergo me ne torno a letto. Verso le 10,30 finalmente il Boccia dà qualche segno di vita, io intanto ero già pronto. Colazione luculliana (tazza de caffè con n.2 biscotti) e partenza per Distillerie abusive oltreconfine.

Appuntamento alle 12,00 (ma il Boccia ancora sotto i fumi dell’alcool capisce alle 12,30 e questo causerà l’incazzatura del Dosmica) incontro con un vecchio amico presso un noto Bar triestino di cui non ricordo il nome, dopo chiacchierata ed aperitivo e godimento degli occhi per la fauna locale, si va all’appuntamento in ritardo sul ritardo. Dosmica, incazzato come una biscia in inverno, ci inveisce (ed ha ragione)  contro, pacca sulla spalla e partenza. Si va in Yugo, con noi rimane anche il Clandestino (profondo conoscitore delle località Slovene di interesse socio-culturale-logistico, in poche parole: quelli che vendono la grappa). Prima sosta in una distilleria scavata nella roccia, splendido spettacolo e splendida grappa, io, al solo odorarla, mi sento male, memore incosciamente (perché proprio non me lo ricordo) dei bagordi alcolici della sera prima. Si prosegue verso ristorantino sloveno dove si pranza in allegria (anche perché la birra scorre). Dopo esserci rispresi dal pranzo, si riparte per altra distilleria. Qui si assaggia anche il liquore di Terrano, moooooolto buono, ne prendo una bottiglia. Dopo qualche altra curvetta ci si ferma in un lcalino a mo di saloon, birra e coca cola e quindi si fa rientro in quel de Trieste…. assolutamente no, ci si dirige verso la trattoria dove siamo stati la sera prima, solo che stavolta arrivano anche la Circenze con la sua splendida SV650S, Ombradoriente a cavallo di un magnifico TDM900 e infine, con notevole ritardo, il Dindio con consorte a cavallo….di un calesse. Si bagorda in allegria tra risate e lezioni di triestino, dopo l’ultima bevuta si decide di tornare a TS alla volta del Rifugio, noto ritrovo del gruppo cazzeggio già visitato la sera prima e di cui mi era rimasto un vago ricordo, rimaniamo il Dosmica, Boccia, io e Ombradoriente. Si comincia con birra e si finisce con grappe varie. La compagnia è piacevole e l’alcol favorisce il cazzeggiamento, ma, per il bene della collettività, ad un certo punto si decide di tornare ognuno nella propria tana e così io e il Boccia ci facciamo coraggio al solo pensiero di scalare lo Ziggurrat per andare a goderci un meritato riposo. Arrivati a casa, ho dovuto faticare parecchio per riarrotolare la lingua che era rimasta carponi per le scale, fatto questo crollo sulla branda alla mercè delle zanzare e mi addormento.

Domenica – Stavolta mi sveglio verso le 8,30, ho dormito benissimo, trovo, ai bordi del letto, 3 zanzare morte avvelenate dopo aver ciucciato un po del mio sangue o meglio dell’alcool che scorreva nelle mie vene. Questa situazione mi fa pensare che forse sarebbe il caso di non prolungare ulteriormente la mia permanenza nel capoluogo giuliano se voglio preservare quel po di salute che mi rimane, faccio l’appello degli organi interni, il fegato non mi risponde, per lui parlano gli altri dicendomi che è offeso con me per gli ultimi due giorni passati. Va bè, mi alzo, mi sistemo e cerco il Boccia, nessuna traccia, con la coda dell’occhio vedo un groviglio di lenzuola, peli, mutande  e altro di cui, per decenza, non faccio menzione, sta serenamente dormendo come una moffetta abbruzzese. Comincio a fare qualche rumore per, chissà, svegliarlo… niente, non si muove, “che sia morto”, mi avvicino, non sento nemmeno il respiro, “si, è morto” penso, ma allora la sua apnea finisce e con una specie di raglio mi fa capire che, non solo è sveglio ma se la sta godendo alla grande. A questo punto decido di usare le maniere forti e, come un elefante in un negozio di cristalli, comincio a sbattere porte ecc. ecc. Il Boccia socchiude gli occhi, mi guarda come un bimbo appena nato, dopo un primo momento di paura nel capire chi era l’orso peloso che aveva davanti, si rende conto, mi sorride e dice “già ora di alzarci???”. Altra colazione luculliana come quella del giorno prima solo che questa volta c’è anche il latte che serve a macchiare il caffè (se così se può chiamar un caffè preparado dal Boccia), pronti…via, All’appuntamento davanti al Rossetti ci sono tutti, il problema è che il sottoscritto s’è scordato i documenti a casa, farei a meno di prenedrli, il pensiero di rifarmi la ferrata in salita per tornare a casa mi fa rabbrividire però in yugo servono e così fattomi coraggio avverto il Boccia che mi riaccompagna a prenderli. Ripartiamo da soli, la meta è Pirano, non senza passare da Koper per acquistare il costume da bagno che naturalmente ho scordato in quel di Roma, cerchiamo gli altri partiti prima, facciamo tre volte il giro di Capodistria, alla fine un cartello ci viene in aiuto e riusciamo a trovare l’Interspar. Troviamo tutti, il Clandestino con la Clandestina, Ombradoriente e Ombradosmica. Facciamo la spesa, compro pure le Petz per le mie rottweiler, e si va sulla “spiaggia” di Pirano, non prima di aver fatto tappa per una bevutina e una mangiatina di calamaretti fritti nel chioschetto di fronte. Dopo un pomeriggio di tutto relax in “spiaggia” torniamo al chioschetto dove, dopo lauta cena, ci separiamo dal Clandestino e dalla Clandestina e andiamo alla volta di PortoRose, passeggiata sul lungomare, bevutina, acquisti vari e ritorno a Trieste. Saluti a Ombradoriente e Ombradosmica, domani (lunedì ndr) torno a Roma. Altro microcazzeggio e a letto.

Lunedì – Sveglia alle 7,30, rompo le palle al Boccia, accasciato ancora vestito sul letto, si prepara, altra lauta colazione (minchia Boccia comprala qualcosa oltre la birra!!!) e via verso Aquileia direzione “Distilleria Aquileia”, qui al Boccia che in 30 e passa anni non c’era mai stato, gli si illuminano gli occhi a vedersi circondato da siffatto e cotanto alcool. Dopo un piccolo acquisto, ripartiamo verso su, fermata al bar, caffè, saluti col Boccia e partenza verso casa. Faccio tutto un tiro d’autostrada. Il Vuffero non mi tradisce e va come un missile, speriamo che gli autovelox siano guasti. Alle 18.00 sono a casa contento di essere tornato ma un po triste di aver lasciato un bel po di vecchi e nuovi amici.

 

Ringraziamenti:

Ombradosmica – lo conosco dal 99 anche se in quell’epoca non avevamoi molti rapporti. Personaggio mitico, grazie a lui ed al suo potere organizzativo e di coesione è stato possibile passare un bellissimo weekend.

Ombradoriente – dolce e affabile, ragazza molto sensibile.

Circense – Ci siamo visti poco ma quel poco è bastato per apprezzarne la simpatia.

Dindio e consorte – Anche con loro ci siamo visti poco, ma il tempo sufficiente per godere della loro splendida compagnia.

Clandestino – Mi sovviene solo un aggettivo: Grande in tutto e per tutto.

Clandestina – che dire, se l’ha scelta il clandestino non può che essere mitica.

Ringraziamento particolare lo merita il Boccia, mia vittima nonché discepolo di bastardaggine dal lontano 1 aprile 2000. Grazie a lui sono tornato a cavalcare la moto, grazie a lui ho apprezzato e continuo ad apprezzare la più bella città del mondo: Trieste. Con lui ho passato momenti splendidi ma anche momenti terribili (lui capirà) e per questo lo considero come un fratello. Solo per il motivo che mi sopporta senza battere ciglio dovrei fargli una statua d’oro ma so che si accontenta di una bottiglia di grappa. Ottimo amico, sempre pronto e disponibile e collega incomparabile. Grazie!!!

 

Insomma… grazie di cuore a tutti Voi per gli splendidi momenti che ho avuto l’onore ed il piacere di trascorrere con Voi.

 

… a presto.

 

Jurghen

 

COLLEGAMENTO AL REPORT FOTOGRAFICO