Il motocazzeggio anche sul lago di Como
Venerdì 020606
H 8:30 sveglia all' alba;
non so se voi miei cari lettori ne siete informati ma nei giorni festivi l' alba è intorno alle 10- 10:30: preparazione al volo, infatti il giorno prima causa straordinario “richiesto” -per uno a contratto a tempo determinato va tradotto con “obbligato” - non abbiamo potuto preparare il kit di “Grantour”: due laterali ed una cilindrica da portapacchi, pertanto la preparazione è avvenuta col rovesciamento dei contenuti dei cassetti nelle suddette borse in una situazione tipo “abbandono del bunker di Hitler all' arrivo dei russi”, cioè panico di non fare in tempo e assoluta mancanza di logica, ma l' esperienza ci aiuta a fare le cose in maniera più o meno automatica per cui i danni non sono tragici. Tranne che io mi sono trovato con 10 paia di calzetti e un solo paio di mutande, ma si sa che i motociclisti sono “bruttisporchiecattivi” per cui tutto va bene. Tutto e pronto, tranne il discorso delle mutande, ma io questo lo scoprirò in albergo, 12 ore dopo. La partenza avviene dopo il sacrificio da “auspicio” per Giove Pluvio.
Direzione Bergamo.
Evito di descrivervi il tappa di trasferimento autostradale, come sempre noiosa, ma voglio solo farvi partecipe del nostro godimento nel vedere un ingorgo degli inscattolati nell' altra corsia (risata satanica).
Arrivo a Bergamo e primo smarrimento, perdo una rotonda ... e non era neanche piccola ...ma la tecnologia
m' aiuta: tel cellulitica e caso risolto.
Pernottamento in albergo, struttura in via di ristrutturazione con torre medievale annessa, cena in in sala più o meno d' epoca anch' essa. Letto, nanna.Sveglia all' albe, quella vera non quella festiva, causa concerto di pavoni. Una volta alzato volevo chiedere per colazione i suddetti pavoni.
Colazione. Via: direzione Guzziland e foto di rito:
Piccola emozione e groppo in gola, scusate, ma è l' età.
Costeggiamo verso nord il lago di Como per poi prendere la Valtellina sino a Sondrio: esperienza già fatta, ed ogni volta mi ripeto di non rifarla: gitanti domenical\festivi, più camper, più sciroccati che credono di essere al Tourist Trophy e tutti lì con la fretta d' arrivare ... ma dove e perché !? Il tutto stretti in una strada a due corsie. Sopravvivo. A Tirano pausa “spuntino” con bresaola, ovviamente locale. Il tempo regge, la temperatura è piacevole, 20\22 gradi.
Ma .... la direzione è il Passo del Bernina, 2328 M slm con previsione di 0 termico a 2000 ... benòn.
Arrampicata con tornanti e precipitazione della temperatura, ma che per fortuna, arrivati al passo si ferma a soli 5 gradi scarsi sopra lo zero. Ma siamo in Svizzera e le strade sono splendide come fondo ed il paesaggio è da cartolina ... per il freddo mi è sembrato di vedere Heidi e con le caprette che mi facevano ciao ...
Discesa a Sankt Moritz e subito parlo con l' erre moscia; sarà un gas presente o l' aria che inizia scaldarsi , profuma come Viks Vaporub , od io che sono stanco ...
Successivamente il Julierpass; un po' più basso e meno freddo.
La discesa per fortuna continua; la direzione è, dopo il Passo dello Spluga, il Lago di Como.
La temperatura è umana e capisco perchè i tedeschi ci chiamino il paese del sole; in effetti passato il confine esplode il sole e tutto sembra caldissimo ... ah già, ho ancora i guanti invernali e la giacca antipioggia sopra la giacca in pelle...
Arriviamo all' albergo Barcaccia, di nome e di fatto; c'è un quasi rottame ancorato al molo, siamo sul lago Mazzola (praticamente una parte di quello di Como). Siamo “stanchetti” ...... e m' accascio.
Cena e spettacolino tipo “Sorelle Bandiera” (trans che ballano e cantano -in playback-) i più ridono a squarciagola sguaiatamente. Approfittiamo del simpatico siparietto dove il capo\a comico palpa le balle di quattro volontari cantando una canzone di Mina (?), per prendere aria a stare fuori.
Letto, finalmente senza pavoni.
Sveglia e colazione corposa. Alcuni già ripartono, debbono raggiunger Roma.
Noi ringalluzziti dalla colazione e dal sonno ristoratore decidiamo di rientrare via passo del Tonale, Trento, Feltre anziché via autostrada, aggregandoci ai Trentini Una cosa è la teoria, poi la realtà è più dura.
Il Tonale, soprattutto dal lato Lumbard, è infestato da imitatori di Rossi, Capirossi, etc. (..avevano le loro tute..); uno per recuperare un millesimo di secondo sul personale record ha “limato” una curva superando una macchina e, letteralmente, sfiorando chi ci precedeva ... “la mamma dei coglioni è sempre incinta”... altro commento non meritano.
La discesa nel Trentino è piacevolissima; strada a posto, asfalto nuovo ... infatti è passato il Giro d' Italia e quindi tutto è stato messo a posto.
Dolce Italia! La manutenzione che in altri paesi è ordinaria, da noi avviene solo per un evento straordinario.
Il traffico scema sino nella Valle di Non, dove riprende vigore. Siamo stanche il calcolo delle percorrenze ci da ancora almeno tre ore. A Trento lasciamo coloro che ci abitano e proseguo alla ricerca dell' autostrada; sono stanco, il sole cala e delle nubi non per niente piacevoli si stagliano all' orizzonte. Direzione Belluno, fidandomi degli autoctoni abbandono la superstrada e ... mi perdo ... Valletta sconosciuta, nessuno per strada, villici che ci fissano quando passiamo. Tutto mi ricorda “un tranquillo weekend di paura”, dove i locali inculano -letteralmente- i “cittadini” venuti in gita dalle loro parti. Ritrovo la strada, la perdita di tempo è stata minima. Sono sul lato sinistro del Piave, evitando il caotico centro di Belluno, riesco a prendere l' autostrada direzione Venezia. Il resto è normale amministrazione: sfioriamo due temporali, uno a Belluno, troviamo la strada bagnata ma col sole, e all' altezza di Gonars stesso schema ma ormai al buio.
Siamo distrutti, non oggi, ma domani lo rifarei.
H. 22:30 “il motore è spento, il cavalletto disteso, sono arrivato a casa”