Una volta erano i guerrieri di Verona. Oggi la
generazione delle Brigate Gialloblu sul viale del tramonto, ma i
giovani hanno ereditato la reputazione di questo gruppo, uno dei
piu' temuti, rispettati e imitati del panorama ultras italiano.
Le BG, trascorsi venti anni intensissimi e frenetici, sono stati
costretti a sciogliersi. Dopo e' un'altra storia. Piu' tormentata,
con alti e bassi. Le BG, uno dei primi gruppi ultras italiani,
sono diventati un riferimento da seguire nel mondo curvaiolo: la
loro mentalita' british, il sendo d'onore per la citta', la
passione per l'Hellas. Il gruppo ha vissuto venti anni ad
altissimo livello, fino a quando la sua attitudine non era piu'
al passo con la realta', impenitenti nel loro modo di essere fino
al 1991. A quella sentenza che ha condannato le BG come
associazione a delinquere e alla valanga di diffide del dopo
Cesena-Verona, altro momento critico nella storia delle Brigate,
quelle del dopo scioglimento, quando la vecchia guardia, ripreso
in mano la curva, pensava di riaprire un'altra pagina storica.
Come ha scritto Silvio Cametti, l'autore dello splendido I
guerrieri di Verona, le Brigate Gialloblu sono state croce e
delizia per la citta' scaligera, aggregando centinaia di giovani
che hanno provato motivazioni, emozioni forti e trasgressioni
dietro quelle storiche insegne BG '71, che venivano prima anche
dell'Hellas (Siamo i tifosi delle Brigate precisavano). La
particolarita' delle BG e' stata quella di diventare il gruppo
piu' avversato e guardato d'Italia (da qui la frase, contro le
ipocrisie e i compromessi:Noi odiamo tutti), senza lasciarsi
trasportare dai successi della squadra, che negli anni '70 era
quella scassinata di Zigoni e Busatta. Nell'anno dello scudetto
del 1984 del magistrale Verona di Bagnoli, la curva scaligera
rafforzera' la sua reputazione che era gia' cresciuta sulla scena
ultras euorpea. Ma cominciamo dalle radici. I tifosi piu' vivaci
nel 1969 si ritrovavano dietro lo striscione I 4 Fedelissimi,
embrione delle Brigate che nacquero ufficialmente nel novembre
del 1971 come Calcio Club Verona Brigate Gialloblu (la dicitiura
si attribuisce alla valenza politica che quel nome aveva all'epoca,
si sospetta su idea di qualche tifoso allora collocato a sinistra,
mentre tra i nomi scartati c'era quello di Commandos Fedelissimi
Gialloblu, per non imitare il gia' esistente Commandos Tigre a
Milano). Una delle prerogative delle Brigate divenne quella di
presenziare anche nelle trasferte con il loro striscione (il
primo modello ha come simbolo un teschio stilizzato). L'organizzazione
e' ancora rozza e il modo di tifare ricalca quello in voga nei
primi anni Settanta: tamburi di latta o scocciati, grancasse,
piatti, sciarpe di lana e l'apparizione delle prime bandiere
cucite a mano. Nel '74 vanno a Brescia in corteo con lo
striscione davanti e le cronache del periodo mettono in luce gia'
l'indole turbolenta dei brigatisti, nelle accesissime gare con il
Bologna, il Vicenza, la Juve, il Milan. Nel 1976 lo strisicone
Brigate appare in una side del temutissimo Shed, lo stadio del
Chelsea (da la' si instaura un intesa con i supporters londinesi)
e il tifo veronese comincia ad assorbire la fisionomia dello
stile britannico: in curva sud appare per la prima volta in uno
stadio italiano una Union Jack, compaiono le prime sciarpe a
listarelle gialloblu e striscioni con le sigle The Deadly Sinner
Club e Hellas Army. Nel 1977 le Brigate decidono di abbandonare
il vecchio striscione, sostituendo il teschio con la scala a tre
pioli come simbolo sormonante la data di nascita 1971 e per la
prima volta e' usata la tela cerata. Gia' nei primissimi anni '80
manifestano un atteggiamento irriverente, un imprudenza nell'affrontare
le tifoserie avversarie, striscioni sprezzanti, ma anche
originalissimi. La curva di Verona si distingue dal resto del
panorama come una delle piu' vivaci ed eclettiche. Sempre in
questo periodo le BG manifestano un profilo politico di destra,
fino al punto da essere una caratteristica intrinseca dell'immagine
del gruppo (all'inizio nel nucleo fondatore ci sono anche
militanti di sinistra e rude boys, una corrente ancora oggi
presente nella Sud). Nel 1982-83 e' beffardamente contestato il
giocatore di colore Uribe (anticipando di parecchi anni il caso
Ferrer che segnera' un travagliato periodo per le BG). Il culto
delle Brigate si diffonde nel mondo ultras italiano, sono loro i
protagonisti, con un modo di tifare unico, audaci nella ricerca
degli scontri con gli altri gruppi ultras, come gli hooligans.
Emerge anche l'identita', goliardica (le parrucche, le paperelle
nella trasferta a Como, i copricapo cilindrici, animali
gonfiabili, elementi coreografici surreali visti per la prima
volta nella curva veronese) che ne fanno un gruppo di rottura,
cambiando parte dei costumi ultras. Con la retrocessione del
Verona in B (1979), ma perdono lo smalto e il temperamento,
conquistando le prime pagine per i tafferugli con milanisti e
vicentini. Nel 1983 il ritorno nella massima serie e l'inizio di
un'altra grande rivalita', quella con i napoletani,
contrassegnata da gravi incidenti, striscioni razzisti dei
veronesi, coreografie sarcastiche dei napoletani. Le BG davano
vita a dei sottogruppi, come appunto Hellas Army che risentiva
dell'influenza inglese e quello dell'ASU (Associazione Stalle
Umane), un gruppo di tifosi sciatti, dediti a scorribande,
atteggiamenti animaleschi, uso smodato di vino e birra,
riprendendo la tradizione dei veronesi tuti matti.Altre sigle
goliardiche erano il gruppo Onto Golosine e Tartam Army. Prende
il sopravvento pero' lo stile casuals, infatuati dagli
Headhunters Chelsea (realizzarono il biglietto da visita:Complimenti,
hai appena conosciuto le Brigate Gialloblu). Nel 1986 le BG
arrivano a 15 anni, il gruppo e' sulla cresta dell'onda (Verona
campione d'Italia e trasferte europee, epica quella a Salonicco),
ma prevale il volto ideologico e svanenisce la sua originalita'.
Neppure l'insolito gemellaggio con i leccesi cancella l'etichetta
di gruppo piu' razzista d'Italia. Sul finire degli anni Ottanta
le BG scuotono ancora il panorama ultras, tornano ad essere i
guastafeste, fino a quel fatale Milan-Verona del 1991. Dodici
ultras sono arrestati e le BG dichiarate fuorilegge. La curva
scaligera resta vuota, con un solo striscione: Non 12, ma 5000
colpevoli. In realta' la baraonda era succesa nella trasferta di
Brescia, quando la citta' fu messa a soqquadro. Il presidente
Chiampan accusa le BG, che rispondono alla pressione con l'autoscioglimento,
per non dover rendere conto alla polizia del comportamento di
ogni tifoso veronese. Sono morte le BG, ma non lo spirito
brigatista. Il loro stile britannico, presente sin dalle origini,
si ripresenta nel nuovo look della curva veronese, che ricalca le
sides d'oltremanica, con stendardi a due aste e pezze (BG '71),
lanciando una nuova tendenza estetica e anticipando una modalita'
spontaneistica nell'incitamento. Malgrado in molti chiedono il
ritorno delle BG al timone, questo non e' accaduto, ma sono
tornati esponenti di spicco degli anni d'oro e si continua ad
usare quella dicitura. Ci sono ancora le correnti (Banda Loma ed
ex BG).L'originalita' degli Hellas Fans non e' quella di una
volta, ma c'e' ancora la voglia di stupire.