CARTELLA NUMERO 8
21/09/2009
FLAVIA DI MARCO PIZZONGOLO
 

Caterina aveva ventuno anni, abitava in un posto stupendo con i genitori, un fratello e una sorella. Una vita apparentemente normale. Un bel giorno mi decisi e mi feci coraggio, la chiamai esclamando:''Caterina!''.

Le confessai tutto, le confessai che era stata adottata, le confessai che ero la sua madre naturale. Caterina non capì subito cosa intendessi, arrossì e iniziò ad agitarsi,il battito del cuore aumentò e non riuscì più a parlarmi. Io colsi il suo stato d'animo e l'abbracciai. Ma lei non ricambiò, non fece alcuna domanda. Passarono i giorni e milioni di domande, probabilmente affioravano alla sua mente. Dopo qualche giorno infatti ricevetti una sua telefonata,uno strano senso di felicità mi pervase. Caterina mi fece tantissime domande, io la riassicurai le dissi di Marco, le raccontai un po’ anche delle mie vicissitudini. Cercai di giustificarmi, di spiegarle le cause dell'abbandono. Conclusi dicendo che per me non vi era alcuna differenza,per me era solo mia figlia e basta. Cosi le chiesi di tornare a casa. Ma immaginavo già la sua risposta, Caterina appunto ormai è una ragazza con una propria educazione e personalità. Mi dichiarò cosi di non pensare più alla sua vera famiglia, che non le importava di sapere, perché lei ha già la sua famiglia e sarà sempre quella. Disperata capì comunque quello che oggi è Caterina è dato solo dall'amore di una famiglia che a differenza di me non l'ha mai abbandonata,che ci sono stati nel momento del bisogno,che l'hanno curata quando stava male e che l'hanno sempre sostenuta. Nonostante tutto decisi di non rassegnarmi. Magari avrei ancora aspettato. Ma non volevo per nessuna ragione al mondo perdere nuovamente Caterina,dopo averla ritrovata. Avevo in mente tantissimi progetti per lei,magari avrebbe potuto intraprendere la mia carriera di cantante,e sfondare nel mondo dello spettacolo. La sera amareggiata ritornai a casa. Iniziai a bere del rum. Ad un certo punto sentii il rumore della porta aprirsi,Marco e Roberto erano tornati. Vedendomi sconfortata e sconvolta Roberto mi chiese cosa fosse successo ed io decisi di raccontargli tutto. Roberto mi rincuorò dicendomi di non mollare,le sue parole mi diedero la forza di perseguire questo obbiettivo per me indispensabile:Caterina.