CARTELLA NUMERO 5
18/09/09
FLAVIA DIMARCO
Quella
fu una delle tante sere che trascorsi con lui. Dopo il lavoro spesso cenavamo
insieme, andavamo al cinema oppure facevamo lunghe passeggiate al porto. Ero
cosi felice di stare in sua compagnia, riusciva a trasmettermi positività e
fiducia in me stessa quella che a me mancava. I miei genitori erano cosi felici
di vederci insieme perché soprattutto rivedevamo me nuovamente sorridente.
Passarono i mesi e fini per innamorarmi perdutamente di lui, ma nonostante ciò
i miei sbalzi d’umore non finirono, il ricordo di Caterina era sempre presente
non mi aveva mai abbandonata, molte volte Roberto mi ritrovava triste e
pensierosa ma non mi chiedeva mai il perché, cercava in tutti i modi di consolarmi e
tirarmi su, era proprio questo quello che amavo di lui la sua discrezione e la
sua immensa voglia di starmi accanto.
Era
il 26 marzo quando Roberto mi fece la donna più felice del mondo, mi portò a
cena fuori in un ristorante molto
elegante, e mi mise un anello al dito con un diamante cosi splendente come i
suoi occhi, mi chiese se volevo sposarlo, scoppiai a piangere dall’estrema
felicità. Decidemmo di sposarci a giugno, cosi iniziammo ad occuparci di tutti
i preparativi ero cosi entusiasta, Roberto mi fece conoscere anche la sua
famiglia delle persone perbene come lui che mi accolsero come una figlia. La
mia vita sembrava perfetta, le mie amiche mi invidiavano cosi tanto, avrei
sposato un uomo delizioso con un buon posto di lavoro, ma non sapevano che
dietro di me nascondevo un segreto terribile che non mi avrebbe mai dato
nessuna vera felicità.
Il
giorno del matrimonio arrivò presto era tutto perfetto, fu uno dei giorni più
belli della mia vita, i miei genitori erano cosi orgogliosi di me, e io ero
cosi felice. Pesavo che la mia vita dopo ciò che mi era successo, non mi aveva
voltato le spalle del tutto ma mi aveva dato un’altra possibilità, nonostante
infondo dentro di me ero consapevole di non meritarmela.
Per
il viaggio di nozze andammo in Egitto, scelsi io quel posto perché sin da
piccola mi affascinava un luogo cosi esotico misterioso, furono giorni intensi,
romantici che purtroppo come tutte le cose belle finirono in fretta.
Ritornati
nella realtà di tutti i giorni, iniziammo la nostra vita matrimoniale in un
appartamento che Roberto comprò vicino al suo ufficio, nonostante la mia giovane età mi dilettavo fra i
fornelli e le faccende di casa come una brava donnina.
Gli
anni passavano in fretta, il nostro amore diventava sempre più forte, e il mio
segreto rimaneva sempre più nascosto, molte volte avrei voluto raccontare a mio
marito che cosa successe a Roma ma ogni volta non mi sembra mai il momento giusto. In realtà avevo solo un
gran paura di deluderlo, che anche lui
venisse a conoscenza della razza di
donna che ero, una donna capace di abbandonare una bambina di non aver fatto
abbastanza per tenerla con se di proteggerla come una vera madre.
Quel
rimorso mi divorava l’anima, mi rendeva insicura, fragile, non ero
assolutamente orgogliosa di me e del mio passato.