CARTELLA NUMERO 3
FLAVIA DI MARCO PIZZONGOLO
16/09/2009
L'arrivo di Caterina riempì le mie giornate di felicità.Mi
rendeva viva,la mia esistenza ora aveva un senso.Gli
anni trascorssero rapidamente mi ritrovai a
festeggiare il suo dodicesimo compleanno di Caterina con tutti i suoi amici.Ormai non era più una bambina ma una addolescente elegante e giudiziosa.Dopo
alcuni giorni pensai un pò frastornata che Como era
la città dove viveva Lorenzo.Mille dubbi balenarono nelle mia mente,era
arrivato il momento di avvertirlo sull'esistenza di Caterina.Nel frattempo i
miei pensieri sfuggivano spesso verso Lorenzo,desideravo sentire la sua
voce,almeno al telefono.Desiderio che comunque
nutrivo se pur non nee fossi innnamorata.Volevo
parlargli senza rivangare il passato,senza rancore per annunciargli che ero
tornata a Como.Presi coraggio e digitai il numero della sua ditta.Mi
rispose una segretaria e mi informò che Lorenzo,se ne era andato e la sua ditta
era stata venduta da alcuni anni.Decisi allora di
provare a raggiungerlo nella casa dove avevamo convissuto.La
portinaia disse che si era trasferito;ma al terzo piano dello stabile abitava
una signora che forse sarebbe stata utile alla mia ricerca.Salii
le scale e mi ritrovai davanti alla porta dell'appartamento.Suonai,una
donna venne ad aprirmi e,in quell'istante ,i miei ricordi tornarono indietro
nel tempo,a più di dieci anni prima.Quella donna
ormai matura era la ragazza che viveva con Lorenzo,sua moglie.Mi
osservò con aria stupita,poi mi fece accomodare dicendomi che Lorenzo se n'è
andato anni fa.Non era mai stato suo marito.La storia del matrimonio la inventò Lorenzo.Ascoltai
sconvolta le sue parole e corsi via in lacrime.Ero
tornata per annunciargli di Caterina,fargliela solo vedere ed invece avevo
scoperto che era solo stato un infame bugiardo.Mi
rendevo conto che nel mio passato esistevano solo ombre e brutti ricordi.Una domenica pomeriggio mi trovavo al parco,era una
calda giornata d' estate.Ero seduta su una panchina a
leggere,Caterina giocava con la sabbia e una piccola paletta.Un
uomo venne a sedersi accanto a me,non mi curai di lui.Poi
sentii la sua voce,fu un colpo al cuore,come se qualcuno mi avesse trafitto da
una parte all'altra con una lama tagliente.Tremai,era
lui,era Lorenzo.Non potevo sbagliarmi,mi girai riconobbi il suo profilo.Il suo viso era mai vissuto,nei suoi occhi c'era un
evidente velo di malinconia.Ora tremavo ancora di più.Presi in braccio Caterina e mi allontanai
immediatamente,non mi aveva riconosciiuta o,forse non
gli avevo dato il tempo di farlo.Volevo proteggere
mia figlia che oramai era la mia famiglia, la mia vita presente,dall'egoismo
del passato di Lorenzo.Non avevo perdonato le sue bugie,la sua indifferenza.Dal quel giorno cambiai il percorso delle
passeggiate pomeridiane.La paura di incontrarlo
nuovamente,era troppo grande.Arrivò l'autunno,le
foglie gialle e stanche iniziavano a staccarsi dagli alberi ed a volare lungo i
vialetti tra le abitazioni del nostro quartiere.Una
mattina mentre passeggiavo con Caterina,mi ricordai che avevo finito il latte.Entrai nel solito negozio,e all'imporovviso
accadde un fatto davvero infausto..