CARTELLA 3
CANNIA FABIANA
16/09/09
Mia figlia era la creatura
più bella dell’universo,con gli occhi
dolcissimi,la pelle bianca e il visetto perfetto. Mentre la guardavo
sapevo perfettamente cosa fare,lei meritava dei veri genitori,che
l’amassero e si prendessero cura di lei come i miei avevano fatto con me.
Io non avevo la
forza e nessun aiuto per crescerla;forse in realtà non mi sentivo
abbastanza matura ero stata coccolata e protetta dai mie adesso
all’improvviso sembrava che tutto pesasse nelle mie spalle e la mia
persona in quel momento non era abbastanza robusta per sostenere ciò.
Passavano i giorni e Caterina
si faceva sempre più bella,la voglia di stare
con lei e crescerla come una vera madre era tanta,ma le circostanze erano
poche. Rimediavo ormai solo raramente qualche serata ma il guadagno era molto poco e tra l’altro dovevo lasciare Caterina ad
un’estranea che si prendesse in quelle ore cura di lei,il mensile che mi
mandavano i miei non era più adeguato alle spese per mantenerci.
Cosi cercai Lorenzo,non so cosa avrei potuto pretendere da un uomo del genere
sempre se si può definire tale, la sua risposta fu molto chiara e
avvilente,da quel giorno mi promisi che non l’avrei mai più
cercato.
La disperazione era tanta
come tanta la
paura di non farcela,la sera mi svegliavo,e non riuscivo a dormire mi mettevo
al balcone e pensavo a come la mia vita si era ridotta,non mi meritavo tutto
ciò,del resto cosa potevo pretendere da una ragazzina di ventuno anni.
Una soluzione dovevo trovarla e anche al più presto,Caterina
aveva bisogno di cure come tutte le bambine non potevo fare questo a mia
figlia.
Un giorno non lo potrò
mai dimenticare mi arrivò la chiamata di mia madre disperata e in
lacrime, mio padre a causa di un infortunio aveva definitivamente perso il
lavoro. Del resto poteva anche
essere prevedibile,lui era un operaio di una modesta
azienda che non tutelava abbastanza i suoi dipendenti ma mio padre si era
sempre accontentato pur di guadagnare qualcosa. Cercavo di confortare mia madre
che tutto si sarebbe risolto come sempre, volevo parlarle di Caterina ma
pensavo cosa avrebbe potuto fare i miei soprattutto adesso.
Non avevo nemmeno più
l’aiuto economico dei mie, i mie fratelli era
troppo giovani per potermi aiutarmi a stento si mantenevano loro. La soluzione
era una sola e doveva essere presa in fretta.
Sarebbe stata molto meglio lontana da me. Cosi con disperata determinazione,avevo resistito alla tentazione di tenerla e mi ero
obbligata a firmare le carte per
l’adozione,prima di cambiare idea.
Questo era successo ventuno
anni prima. Non appena mi ero rimesso in piedi avevo
contattato la mia famiglia. Lasciai quella grande città pensando di
potermi buttare alle spalle tutto ciò che era accaduto
ma non fu esattamente cosi,pensavo a mia figlia tutti i giorni quasi come un ossesione. Tornai a Marsala la mia adorata città dove i miei mi avevano accolto a braccia
aperte,dissi loro che avevo smesso di fare la cantante,e che volevo cercarmi un
lavoro per poter aiutare adesso io loro.
Quello che avevo fatto dietro
di me rimaneva solo un segreto, che mi tormentava ogni notte,quei
continui incubi dati dai i miei terribili sensi di colpa mi toglievano il
fiato. Ero sempre cupa,dimagrita, stavo attraversando
un periodo di terribile depressione.