CARTELLA NUMERO 5

18/09/09

FABIANA CANNIA

 

Nei mesi seguenti mi accorsi che Roberto era sempre più interessato a me mi invitava spesso a qualsiasi occasione, cene di lavoro ,feste ,teatro. Con lui mi sentivo sempre più a mio agio, mi faceva piacere trascorrere del tempo in sua compagnia, mi affascinava il modo di parlare la sua estrema sicurezza nel dire e nel fare le cose.

Una sera quando mi accompagnò a casa mi diede un bacio e mi confessò di essersi innamorato di me. Era prevedibile che prima o poi sarebbe successo, ma io non mi sentivo pronta di fare entrare Roberto nella mia vita. Ero certa che non ero in grado di amare un uomo finché avessi con me questo terribile senso di colpa. Mi ero detta che era meglio che restavo indipendente, libera e sola.

Cosi senza girarci troppo intorno, dissi a Roberto che non mi sentivo assolutamente in grado di iniziare una relazione.

Egli in punta di piedi come era entrato usci dalla mia vita, c’era rimasto davvero male del mio rifiuto cosi ingiustificato, il nostro rapporto dopo ciò che gli dissi si limitò all’ambito lavorativo. Cosi mi ritrovai nuovamente più sola di prima, forse era quello che meritavo. I mesi trascorsi in compagnia di Roberto mi mancavano tanto, anche io ero innamorata di lui e la sua improvvisa indifferenza mi dava fastidio mi rendeva nervosa.

Una sera sono uscita con una mia amica Sara, ero in un pub a bere una birra, e mentre parlavamo dei vecchi tempi passati tra i banchi di scuola vidi Roberto al tavolo in compagnia di una ragazza molto carina lo salutai a stento da lontano.

Cambiai subito umore tanto che Sara se ne accorse, tornai a casa pensierosa e agitata ero gelosa e avevo paura di perderlo.

Nei giorni seguenti scopri che Roberto frequentava questa ragazza,il suo atteggiamento nei miei confronti era sempre più freddo e indifferente, sicuramente si ero sentito preso in giro da me, dopo mesi che ci frequentavamo e dato il suo esplicito interesse nei miei confronti mi ero tirata indietro  dandogli una spiegazione poco credibile.

Cosi un giorno mi presi di coraggio e andai nella sua stanza, gli chiesi spiegazione del suo comportamento del perché non mi considerava minimamente più, lui con estremo garbo mi disse “tu nascondi qualcosa che ti paralizza non ti fa aprire con gli altri è vero non sei pronta ad amare una persona finché non fai conti con il tuo passato”. Le sue parole mi fecero cosi male che scoppia a piangere dinnanzi a lui come una bambina, era vero quell’uomo che mi conosceva da cosi poco aveva capito il perché del mio malessere. Lui mi abbraccio cosi forte e io mi sentivo nuovamente protetta al sicuro solo lui era in grado di capirmi e nessun altro cosi quella sera gli raccontai tutta la verità. Parlai per la prima volta di Caterina non lo so perché lo feci propri con lui e non con i miei, ma so solo che condividere quel segreto con qualcuno mi faceva sentire meno sola. Lui teneramente mi consolava e mi disse di non preoccuparmi  che tutto si sarebbe risolto. Non mi giudicò come temevo, ma quasi giustificò la mia azione. Quella sera gli dissi di essermi innamorata perdutamente di lui e che non volevo assolutamente perderlo.