CARTELLA NUMERO 7
20/09/09
FABIANA CANNIA
Roberto
adesso sapeva tutta la verità, condividere quel segreto con lui mi faceva
sentire meno sola. Spesso parlavo con lui di Caterina della voglia di
rivederla, lui mi incoraggiava mi diceva che nulla è impossibile e mi esortava
a non perdere le speranze e ad andarla a cercare. Quella speranza di
incontrarla un giorno mi dava la forza di andare avanti, ma sapevo che era
qualcosa di difficile irraggiungibile. Al ventunesimo anniversario di compleanno di mia figlia e
come tutti gli anni in quella data cercavo disperatamente una distrazione per
dimenticare anche per un’ ora il crimine commesso che mi perseguitava
implacabile in quel giorno con maggiore intensità.
Pensavo
a come stesse trascorrendo questo giorno di festa la mia bambina, se sta va scartando
qualche regalo, se stava spegnendo le candele di una torta preparata da una
persona cara.
Quella
sera Roberto era fuori città con Marco, stavano trascorrendo qualche giorno dai
nonni, io non volli partire con loro volevo stare un po’ da sola ne avevo
assolutamente di bisogno per pensare. Quella sera, vagai per ore da un locale
ad un altro finché non mi fermai in questo locale in cui all’insegna c’era
scritto karaoke , quella scritta mi riportò come un tuffo nel passato, quando
la mia breve carriera di cantante stava muovendo i primi passi. Vedere quel
palcoscenico dinnanzi a me mi dava una grande nostalgia di quegli anni cosi
felici in cui ero orgogliosa di me spensierata priva di quel terribile senso di
colpa.
La
voglia di cantare in me era rimasta anche se dopo l’ accaduto fu totalmente
schiacciata dal mio dolore. Non ebbi il coraggio di salire in quel
palcoscenico, mi domandai che cosa stessi facendo in quel posto, sola ,ubriaca,
proprio quel giorno più di tutti avevo bisogno della mia famiglia.
Cosi
nella piena disperazione uscii da quel locale e mi recai a casa, mi buttai nel
letto devastata dall’alcol e mi addormentai. Quella sera sognai Caterina, ma
non fu in incubo come spesso capitava, lei mi chiamava con una voce giovane
solare , era diventata una bellissima ragazza. Mi svegliai di colpo e pensai
tutta la notte a quel sogno a cosa significasse, forse anche lei mi cercava e
non mi aveva dimenticata.
Pensai
che Roberto avesse ragione che la speranze non deve mai smettere di vivere dentro di noi, altrimenti
iniziamo a morire. Dovevo affrontare il mio passato prima o poi non potevo
scappare per sempre solo per paura. Decisi proprio quella notte che avrei fatto
di tutto per ritrovarla, per poterla anche sola una volta riabbracciare. Non
potevo più vivere con questa angoscia mi stava divorando l’anima.
Nei
giorni seguenti parlai a Roberto della mia decisione lui mi appoggio pienamente
ed era felicissimo per la mia decisione, cosi mi prenotò il primo volo per Roma
dovevo avevo lasciato Caterina.
Decisi di partire da sola, quando arrivai in
quella città fu per me un incubo i ricordi di quei giorni passati si fecero più limpidi più dolorosi. Mi recai
nella casa famiglia dove ventuno anni fa avevo lasciato la mia bambina. Chiesi
di lei…