CARTELLA NUMERO 10

23/09/09

FABIANA CANNIA

 

 

Ero così felice, finalmente per la prima volta nella mia vita mi sentivo orgogliosa di me riuscivo a guardarmi allo specchio e non provare disgusto.

Caterina aveva deciso di vivere con noi cosi cercammo di fare il possibile per farla integrare bene nella nostra famiglia, ma lei così dolce e spigliata non ebbe nessuna difficoltà ad aprirsi a noi.

Roberto l’adorava, e legarono subito, Marco nonostante la giovane età gli raccontai la verità, niente bugie a casa mia, avevo imparato la lezione.

Caterina trovo facilmente occupazione in una casa famiglia del mio paese, era davvero entusiasta di lavorare lì nonostante sentiva la nostalgia dei suoi bambini, che non aveva assolutamente dimenticato ma mandava loro spesso lettere e regalini.

Dopo alcuni mesi, trovò qui anche il suo primo grande amore una sera infatti a casa di amici conobbe Andrea un ragazzo splendido che studiava in ingegneria, si innamorarono perdutamente e vissero una stupenda storia d’amore.

Quanto a me ero cosi felice mi sembrava un sogno, avevo così tanta paura di svegliarmi e ritornare alla mia triste realtà e invece quel sogno non finii mai più, la vita mi aveva regalato un’altra possibilità e io adesso l’avrei vissuta appieno.

Passarono alcuni anni, che trascorsero in modo sereno, io e Caterina diventate come due sorelle cosi complici, un giorno mi disse che Andrea le avevo chiesto di sposarla, l’abbraccia stretta e le dissi che ero così orgogliosa e felice per lei.

Così organizzammo la festa Roberto come al solito mi fu di estremo aiuto, è un uomo meraviglioso.

Il giorno de matrimonio arrivò lei era bellissima, un angelo la festa fu organizzata nei minimi dettagli cercai di fare il meglio per mia figlia.

Ma la sorpresa più grande me la fece lei, avevo organizzato nella ala un piccolo palchetto con musica dal vivo, lei salii in quel palco e lì dinnanzi a tutti mi chiese di cantare insieme a lei.

Io dopo che avevo voltato le spalle a mia figlia ventuno anni fa, non ero mai riuscita a canticchiare nemmeno sotto la doccia e come se avessi attribuito alla mia grande passione il mio terribile errore.

Ma adesso in quel palco c’era la mia creatura, che mi chiedeva di esibirmi li con lei non esitai adesso potevo farlo era libero dalle mie colpe. Salii quel palco tremolante ma appena mi porse la sua mani mi sentivo rassicurata dalla sua presenza.

Cantammo una canzone di Mina la nostra cantante preferita era la più bella esibizione della mia vita, perché accanto avevo lei e nessuno ci avrebbe pi divise.