Cartella N° 2        

Brancati Francesca

15/09/09 

 

Era un mercoledì mattina,il cielo quel giorno era limpido,lo osservavo dalla finestra della mia camera. Non ero riuscita a dormire quella notte. Pensavo solo alla mia vita e a come era stata fino ad allora…   Era ancora presto, ma non riuscendo a dormire mi alzai, andai verso il bagno e guardandomi allo specchio pensai di aver sbagliato ogni cosa. Ripensai ai miei studi,ai miei sacrifici e a quelli fatti dai miei genitori. Loro che mi avevano sempre incoraggiato e sostenuto in ogni mia scelta. Ed io che avevo fatto? Avevo cancellato ogni cosa.

Così mi lavai il viso, sperando di allontanare quell’ansia che avevo dentro. Era così presto ed io ero già pronta, ma decisi di uscire lo stesso di casa, magari mi sarei distratta un po’.

Lo studio del medico non era molto lontano ,allora decisi di andare a piedi.

Aprii la porta e mi trovai davanti ad una sala d’aspetto colma di madri gioiose, io quasi mi vergognavo ad entrare sola. Gli sguardi radiosi delle altre donne si contrapponevano al mio.

Perché io non ero così contenta?

Eppure stavo nella loro stessa situazione…Arrivò il mio turno, il dottore fece il mio nome. Ebbi la risposta che mi aspettavo,così andai via rassegnata.

Non sapevo cosa fare, dove andare. Ripensai ai miei genitori,sarei potuta andare da loro,sicuramente non mi avrebbero abbandonata, ma non potevo e non volevo deluderli…

Fermai un taxi,ero molto sconvolta, anche l’autista si accorse di ciò. Il giorno seguente decisi di raccontare tutto a Lorenzo, dopotutto era il padre del bambino. Mi feci forza e coraggio, così mi recai da lui. Lorenzo come sempre era immerso nel suo lavoro, mi fece accomodare e mi offrì una tazza di caffè. Sembrava molto tranquillo e sereno,ma quando gli diedi la notizia,il suo umore cambiò in un batter d’occhio. La sua risposta fu molto chiara e decisa:era molto occupato, doveva pensare solo al suo lavoro, non aveva tempo per badare ad un bambino. Quell’istante per me fu lungo un secolo, all’improvviso mi trovai sola, impaurita, tutto mi stava crollando addosso, volevo morire.

Fu l’ultima volta che vidi Lorenzo, andai a casa. Sicuramente da quel giorno la mia vita iniziò a cambiare.

Le mie giornate trascorrevano veloci e vuote,avevo smesso di cantare. E come potevo farlo,cantare per me era la vita, in quel periodo io non vivevo.

Durante i  primi mesi, quando ancora  potevo nascondere la mia pancia, lavoravo come cameriera in un locale, una sorta di discopub.

Forse quelli furono i mesi più lunghi e più brutti della mia vita ,di  Lorenzo nessuna traccia neanche una telefonata, non so neanche io cosa mi aspettassi che facesse, so solo che ero molto confusa.

Intanto il Natale era quasi vicino,tutto era illuminato,strade, case,tutto tranne il mio cuore. Facevo lunghe passeggiate pensando e riflettendo, intorno a me regnava un’aria di festa. Mi sentivo sola, ero sola..

Fin quando non arrivò quel fatidico giorno, era il 23 Dicembre quando nacque Caterina.

Era bellissima, ma non poteva stare con me, di certo non sarei stata una buona madre, Caterina non si meritava questo.