CARTELLA N°7

Brancati Francesca

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Roberto era proprio una persone speciale,riuscì a capirmi,a comprendermi,nonostante tutto fosse così difficile. Allora gli raccontai ogni minimo particolare della mia storia,lui già sapeva del mio passato da  cantante,sapeva che dopo tanti sacrifici ero riuscita finalmente a realizzare il mio sogno,quello di diventare una grande artista ,ma non aveva mai saputo nulla di Lorenzo. Così dopo avermi tranquillizzato e bevuto una tazza di tè,mi rasserenai un po’ ed iniziai a parlargli di Lorenzo e di Caterina. Alla fine del mio racconto notai che Roberto per tutto il tempo non era riuscito nemmeno a dire una parola,era lì seduto su quel divano attento ad ascoltarmi,fumandosi quella  sigaretta silenziosamente. Alla fine,quasi non sapendo cosa dire,mi fece coraggio,anche se mi accorsi che i  suoi occhi erano veramente strani,non sapevo se volesse piangere,o erano solo pieni di rabbia,non riuscivo proprio a capire. Dopo mi chiese cosa  avessi voluto fare,se andarla a cercare o ormai lasciare quella bambina con la sua nuova famiglia. Quel pomeriggio fu tutto così difficile,io non risposi subito alla sua domanda,anzi pensai a cosa mi avesse detto,a quale fosse stata la scelta più giusta. Solamente di una cosa ero certa, volevo  vedere almeno  una  volta mia figlia. Il giorno seguente,decisi di non andare al lavoro,non stavo molto bene,dato che per tutta la notte non avevo chiuso occhio,così dopo aver fatto colazione ed accompagnato il piccolo Marco a scuola,andai in ufficio da Roberto e gli esposi la mia intenzione,volevo andare a Roma,volevo trovare e conoscere Caterina. Lui fu subito d’accordo con la mia decisione, non mi nascose però  che tutto fosse  stato molto difficile,era in pensiero per me ,temeva che io avessi potuto soffrire nuovamente,Roberto non avrebbe potuto accettare questo. Tornai subito a casa non sapevo se urlare dalla gioia,piangere,gridare al mondo intero che Caterina fosse mia figlia. Ero agitata,e molto impaurita,il mio primo pensiero fu quello di andare in agenzia,fare il biglietto e partire per Roma il primo possibile. Preparai la mia valigia,dovevo partire il giorno dopo. Pensai di parlare con Marco,forse era ancora troppo piccolo per capire,ma  anche lui aveva il diritto di sapere che avesse una sorella,quindi anche lui doveva conoscere tutta la verità.  Dopo avermi ascoltato, Marco mi fissò con quei suoi  occhioni così luminosi e con la sua vocina tanto dolce,ingenuamente mi chiese “mamma ma ora dove si trova la mia sorellina”,e adesso che rispondere ad una domanda così semplice ma allo stesso tempo così complicata?…  Era difficile spiegare ogni cosa a Marco,ma fui costretta a farlo, allora lo rassicurai dicendogli che Caterina stesse bene e che abitava a Roma,un giorno non molto lontano saremmo andati da lei a trovarla. Arrivata la data della partenza,ebbi tutto pronto,Roberto voleva accompagnarmi ma preferì che la prima volta fossi andata da sola a cercare la mia Caterina. Giunta nella capitale,presi un taxi che mi portò subito all’hotel dove pensavo di rimanere per una settimana circa. Da quel momento  iniziarono le mie ricerche.