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DI TERRE E DI ACQUE

Gli opifici idraulici del territorio di Gruaro


INTRODUZIONE

Gli opifici idraulici del territorio di Gruaro

Secondo Marc Bloch, la S T O R I A è la scienza degli uomini nel tempo. Una definizione certamente condivisibile, ma a noi non basta. Questa scienza, pensiamo, deve anche essere utile all’uomo, ma in che modo? Sempre Bloch ci informa di com'è possibile comprendere il passato mediante il presente e, viceversa, di come sia leggibile il presente attraverso il passato. In altre parole la storia aiuta a separare l’attuale dal non attuale: quello che fa lo storico è usare ciò che vive - ciò che è attuale dei fatti trascorsi - per fornire una possibile interpretazione di ciò che è.

Finalmente siamo giunti al nodo della questione: il senso di questo allestimento è proprio "evidenziare" quello che vive e respira attorno al nostro vissuto quotidiano; il mulino restaurato di Stalis è ora la piacevole meta di tranquille passeggiate domenicali, il locus amenus di tenerezze pudicamente scambiate da timidi adolescenti, ma anche il posto in cui è possibile riacquistare il senso del tempo... Un tempo fatto di ruote azionate dalla forza della corrente, che da solo può bastare per comprendere il significato del gesto quotidiano del mugnaio, del pellegrinaggio settimanale delle massaie col sacco di granaglie - tragitto uguale per secoli - indispensabile al sostentamento della famiglia. Oggi ovviamente i bisogni sono cambiati, ma capire le necessità del passato ci aiuta ad interpretare le odierne fatiche che, in fondo, sottintendono al medesimo fine: la sopravvivenza.

I pannelli qui esposti sono, in un certo senso, l’ovvia continuazione del volume Di terre e di acque, recentemente edito dall’amministrazione di Gruaro, e complementare al video prodotto a scopo didattico dalla medesima istituzione per "celebrare" la conclusione di uno sforzo economicamente importante, quale il restauro dei mulini di Stalis. Questo angolo di territorio torna quindi a vivere non solo come ricordo letterario o personale degli anziani: di prepotenza entrerà nella memoria collettiva di una generazione che non ha conosciuto l’impari, quotidiana lotta con la zolla per procacciarsi il cibo e che potrà usare il restaurato edificio come grimaldello per scardinare le barriere culturali che si oppongono alla riconquista del tempo naturale dell’uomo.

La mostra è strutturata per luoghi e per argomenti; i siti molitori sono chiaramente i protagonisti, ma non abbiamo trascurato la vita che ruotava attorno gli opifici idraulici: il contrabbando, il tentativo di iniziare una produzione "industriale", la spesso difficile convivenza tra vicini (ecco un esempio di attualità della storia: cacciata dalla porta lasciata aperta dalla dimenticanza, essa rientra dalla finestra del bisogno di integrazione tra comunità). Per questi motivi il titolo non richiama espressamente l’attività molitoria; a Gruaro e dintorni la ruota rappresentò nei secoli qualcosa di più complesso: l’energia e la speranza in un futuro.

Dal Medioevo fino a metà del Ventesimo secolo, è questo l’ampio spazio cronologico che queste foto ambiscono a coprire, l’obbiettivo è ambizioso, ma l’argomento si presta: si leggano ad esempio i pannelli riguardanti Stalis o Boldara! La vocazione economica dell’area in questione è evidente.

Permetteteci ora di mostrare un po’ di (legittimo) orgoglio.

La mappa dei mulini di Boldara e del Nogarolo è molto bella e molto antica rispetto alle carte che solitamente sono conservate negli archivi, risale quasi certamente al 1579 (si legga il motivo della sua produzione nella sezione dedicata a Boldara), inoltre era inedita finchè non fu pubblicata nel volume Di terre e di acque. Dobbiamo alla generosità, alla professionalità e alla "comprensione" dei dipendenti dell’Archivio di Stato di Udine se possiamo ammirarla oggi (ci è stato concesso l’onore di fotografarla subito dopo la "scoperta" nonostante il precario stato di conservazione) e in futuro, dopo l’intervento conservativo attualmente in corso presso l’Ufficio Centrale per il Restauro di Roma, potremo osservarla in tutta la sua bellezza presso l’Archivio friulano. Un sincero ringraziamento al personale dell’Archivio per la collaborazione è un debito da pagare.

Un’ultima avvertenza; i riferimenti bibliografici ed archivistici delle notizie che leggerete sono in massima parte rintracciabili nel più volte citato libro Di terre e di acque, le ultime importanti acquisizioni saranno oggetto di una prossima pubblicazione, a cui si rimanda.

Mulini di Stalis (Gruaro), 23 settembre 2000

Vincenzo Gobbo - Eugenio Marin - Luca Vendrame

 

Stalis. Il mulino antico dopo il restauro