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DI TERRE E DI ACQUE

Gli opifici idraulici del territorio di Gruaro


MULINI E CONTRABBANDO TRA BAGNARA E CORDOVADO

BAGNARA. Il tratto del fiume Lemene che scorre dietro il muro di cinta della vecchia Manifattura di Bagnara, nasconde ciò che resta di un importante sito molitorio. L’antica macina è nominata per la prima volta nel 1341 in un documento di investitura dell’abate di Sesto agli Attimis. La famiglia friulana mantenne la titolarità del sito fino alla fine del secolo XVIII, quando compaiono come proprietari i Brussolo, che già nel 1740 gestivano l’opificio. L’edificio, come appare nella mappa del Carriero datata 1783, era costruito su una isoletta che divideva il fiume in due rami. Sulla riva sinistra sorgeva la casa del molinar. I due edifici sono decentrati rispetto l’abitato. Il momento di maggiore splendore fu raggiunto nel 1690, quando giravano contemporaneamente ben 7 ruote. Questo mulino fu soprattutto macina per grani, anche se tra Sette ed Ottocento compare un battiferro, una pila e una mola.

A.C.V.Pn, Fondo Catasti. Mappa raffigurante i terreni il cui quartese fu oggetto di disputa tra le parrocchie di Bagnara e Bagnarola. Particolare del mulino di Bagnara; anno 1783 (Perito G. Carriero).


CORDOVADO. Posto sull’acqua chiamata Gazolla, attualmente Rojal, ai confini tra la giurisdizione vescovile e quella abbaziale sorgeva il molinetto di Cordovado, oggetto - per la sua posizione - di contese tra i due prelati, risolte nel XIV secolo con la definitiva assegnazione del sito al presule concordiese. Da allora quel territorio è entrato a far parte a pieno diritto della giurisdizione di Cordovado. Nel 1517 giravano 4 ruote. Col secolo XVII una parte del molinetto fu incamerato nel patrimonio del Santuario della Beata Vergine, da poco eretto. L’intera proprietà fu acquisita nel 1735 e rimase tra i beni del Pio Istituto fino alla soppressione napoleonica.

 

A.C.V.Pn, Fondo Catasti. Mappa raffigurante i terreni il cui quartese fu oggetto di disputa tra le parrocchie di Bagnara e Bagnarola. Particolare del mulinetto della Pia Casa della Madonna di Cordovado; anno 1783 (Perito G. Carriero).


TORRETTA. Grazie ad un antica mappa, datata 1685, siamo in grado di collocare il luogo in cui sorgeva un’antica postazione di vedetta, la Torretta, innalzata poco fuori Bagnara. Costruita su un rialzo del terreno presso un paleoalveo, da lì facilmente si poteva dominare un’ampia zona da Cordovado a Cintello ed in particolar modo l’attuale Statale 463, nota durante il dominio veneto come "Strada della mercanzia", che collegava Venezia - attraverso lo scalo obbligato di Portogruaro - con Venzone da dove proseguiva fino ai domini imperiali. Allo stato attuale delle conoscenze possiamo solo supporre quali fossero le funzioni della Torretta; l’ipotesi più accreditata è che fosse un luogo di avvistamento in funzione anti-contrabbando. A conforto di ciò vi sono testimonianze che, ancora a fine Settecento, lamentavano i continui tentativi da parte di carri di eludere il passaggio per il Fondaco di Portogruaro, per non pagare il dazio, facendo così del contrabbando. Fu proprio l’eccessivo transito la causa per cui nel 1606 gli uomini di Bagnara si lamentarono per le spese a cui andavano incontro, per riparare un ponte sopra il Lemene su cui passavano continuamente carradori con mercancie. Che poi quelle merancie fossero state soprattutto granaglie macinate o da macinare ci sembra cosa naturale, trovandoci in una terra così ricca di mulini.