INDICE
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ASPETTANNU U NATALE 1999 U core nostru avimu e preparare Si u core nostru avimu purificatu |
LA VITA Mi corico bambino mi sveglio da grande. Cos'è la vita? Una attimo immerso nell'eternità d.Franco Vercillo |
UNA SERA D'AGOSTO Mio caro e riverito don Gaetano Io ancor con Lui non so volare! Allor comprendo che la mia carrozzeria Tu dici, don Gaetan, di sembrar matto E allora, don Gaetan, lasciamoci guidare |
Fiducia La luce dei tuoi occhi non adombra il dubbio nella ascesa. Giovinezza, che sogna e che lavora sboccia come un fiore a primavera e primavera urge nelle vene, irraggia di speranza ogni tuo passo. L'avvenire, che preme non si ferma ma ti sospinge sempre verso l'alto alimenta di luce i desideri. Se fiducia non piega, con serena lena continua il tuo cammino, ché la natura amica alla grazia, che adorna il tuo candore unisce ancora il dono suo più bello la mente aperta per il tuo destino. Da "Petali sparsi" Francesco Salvatore Colistr |
Salve, o splendente mattutina stella |
L'IMMACOLATA DI GRIMALDI Io ti prego Immacolata di Grimaldi protettrice noi sempre felici e fortunati. Lode a Dio che a noi ci ha dato nei contenti e nei perigli Te per madre a noi tuoi figli a te soggetti. Ci hai sempre Signora protetti nell'età antiche nuove oh! quante e quante prove abbiamo avute. Nel principio fu veduto il tuo volto risplendente dove santa Lucerna ora si chiama. E di allora quanto fame fosti a noi sempre vicina Tu fosti la regina di tutti noi. Quando Dio ci distrusse chiamammo a Te nostra difesa Tu Vergine cortese ti avvicinasti. Nel bosco ci inviaste del Perrupo un vecchio ignoto di guai e terremoto ci predisse. Fu come il vecchio disse si atterrò Grimaldi tutto con lagrime e con lutto e con spavento. Oh! Miracolo potente! da quella gran rovina la statua tua divina preservasti. Quella gente che più amasti fu salvata al tuo buon nome dove finisce ora in questi tempi. Grimaldi fuor di esempio sempre a Te fu più caro fu dato a noi riparo in ogni male. Quanto era mortale pestilenza cruda e fiera che la Calabria intera distruggeva. Questa patria a te correva con preghiere e con lamenti Tu con la tua potenza ci rallegrasti. Alla Foce di mostraste Una stella risplendente che a tutta nostra gente fu salute. Per la grande tua virtute si prostrarono a Te grati di terra ti fu data una pianura. E fra tutte sei più pura senza macchia concepita al costo della vita ognun ti onora. Sei per noi la bela aurora di ogni grazia e di ogni bene per te Grimaldi pena più non sente. La Piticchia era dolente questa patria avea arreso subito col tuo aiuto fu lontana. Peste, morbo, rabbia insana ed ogni dura epidemia al nome tuo oh! Maria tutto finisce. Chi mira e non stupisce terremoto gran spavento che cento luoghi e cento avea distrutto. Che terrore, che gran lutto fra li ghiacci di Febbraio o Dio che cosa amara che malanno. Mura e travi a nostro danno contrastavan così forte vedevamoci la morte a noi d'avanti. E Cosenza con la tante case e torri del suo vallo sentì quel triste abballo che gran duolo. E il suo pianto non fu solo Rende, Donnici e Marano, Paterno e Dipignano e Mendicino. Cerisano e più vicino Carolei, Castello affianco il cielo è quasi stanco e l'ha distrutti. E per questi luoghi tutti da vicino e da lontano non c'è paese sano affatto affatto. E Grimaldi è tutto intatto la sua gente tutta sana fin anche da lontano di più migli. Che divina meraviglia per i nostri cittadini che trovasi in confini e si salvaro. Oh! Miracolo cantano come quelli di altri tempi che con i prischi esempi ancor ne sento. Fu nel mille e settecento settecento ottantatre quando dal cielo il Re da colpa offeso. Di vendetta sdegno acceso contro l'uomo a lui ribello un simile flagello fulminava. Monteleone si rattristava Gioia, Palmi e Seminara i morti erano tanti e senza fine. Ed in mezzo alle rovine sani e salvi i Grimaldesi restarono illesi e con premura Ritornarono a quelle mura per affetto il cuor commosso con le bisacce addosso in ginocchioni. Già diretti in Concezione si presentan tutti quanti con gli occhi lacrimanti e con fervore. La ringraziano di cuore per le tante meraviglie e dopo alle famiglie fan ritorno. Lo si canti in sommo un giorno lo vediamo con gli occhi nostri che grazia ci mostrasti in ogni istante. Il colera è desolante con la fame e con la guerra ci rendeva la terra tribulata. E Grimaldi è preservato dalla gran protezione della grande concezione di Maria. Perciò con allegria, digiuni, feste a canti con gli animi devoti tutti quanti. Festeggiamo con lodi e canto questo gran concepimento poiché in salvamento ci conduce. Ci farà veder la luce ch'Ella gode in ciel Beata viva l'Immacolata in Paradiso |
‘U PERCOSSU E L’ANNU SANTU | Avimu tuttu st’annu e camminare |
Se fossi fuoco riscalderei il mondo Se fossi papa senza badar alla giovinezza Se fossi morte scapperei Se fossi Maria Wanda come fui e sono |